85 minuti di risate assicurate. Il meglio di 35 anni di Cinepanettoni arriva al cinema il 14 dicembre nel film Super Vacanze di Natale, un esilarante collage ben assemblato da Paolo Ruffini che ripropone gag e battute diventate un culto, che hanno fatto la fortuna delle commedie natalizie e dei tanti attori che negli anni le hanno interpretate, che Mondadori ha travasato in un coloratissimo, omonimo volume illustrato.
Un’idea geniale di Aurelio De Laurentiis, capostipite del filone, che col figlio Luigi ha pensato intelligentemente di dribblare quest’anno l’invasione delle troppe pellicole del genere che faticano a sopravvivere in un mercato sempre più asfittico, riproponendo ai vecchi fan e presentando ai nuovi quei siparietti di comicità “genitale” da lui prodotti, zeppi di battute e gesti grevi, di belle donne semispogliate, di maschi impenitenti e maldestri conquistatori, tanto avversati dalla critica snob che li ha bollati come “volgari” ma che per decenni hanno riempito i cinema di risate, facendo incassi milionari.
“Gli italiani non amano essere criticati – spiega Aurelio De Laurentiis- noi raccontavamo tutto ciò che ha volgarizzato trentacinque anni di questo nostro italico Paese”.

Un’operazione nostalgia che rispolvera il meglio della superlativa coppia De Sica cialtrone e Boldi naif, nudo e con i capelli, una florida Nadia Rinaldi sessualmente assatanata, giovanissimi Claudio Amendola e Jerry Calà, gli arricchiti in vacanza tra Sardegna e Cortina e poi pure oltreoceano.
Un lavorone per Paolo Ruffini, finissimo conoscitore di questi film, che ha impiegato 1100 ore per rivedere chilometri e chilometri di pellicole, scegliere le scene più ficcanti, montarle in tanti capitoli ideali pieni di humor e di ritmo per farle tornare a nuova vita. “Il mondo del cinepanettone è stupendo, è il cinema vero popolare che ho sempre amato, che ha reso più bella la mia infanzia, dove la leggerezza vince sempre, su tutto – spiega il regista-. E’ un film di una scorrettezza meravigliosa, mi ha fatto riflettere su come siano cambiate le epoche. In 33 film non c’è una goccia di sangue, forse è più volgare una rissa di un vaffanculo”.