Non basta avere una buona idea e un buon cast per azzeccare un film. Filippo Bologna, romanziere e sceneggiatore, debutta alla regia confezionando per il grande schermo Cosa fai a Capodanno?  un “dramma da camera” in salsa western-noir,  spalmata dal 15 novembre in ben 350 sale. Ed è l’ennesimo colpo ferale inferto alla commedia italiana.

L’autore prende a pretesto i festeggiamenti per l’anno nuovo, emblema delle frustrazioni umane, per raccontare il presente attraverso il sesso, che fa da ponte, infilandoci anche alcuni temi caldi come quello dell’accoglienza. Tutto parte dall’invito a una lussuosa festa per scambisti in uno chalet sulle Dolomiti. La prima coppia (Valentina Lodovini-Riccardo Scamarcio) si impantana nella neve, lui si ferisce montando le catene e se ne perdono le tracce fino alla fine del film. Si perdono tra i sentieri ghiacciati anche i due stralunati addetti al catering che devono consegnare casse di aragoste, ostriche e champagne.

Ad accogliere gli ospiti Luca Argentero e Ilenia Pastorelli improbabili padroni di casa, e presto si capirà perché. Alla porta si presentano l’invalido Alessandro Haber accompagnato dalla giovane apatica Vittoria Puccini che spinge la sedia a rotelle e la snob Isabella Ferrari con tanto di toy boy. Lo scambio di coppie è per molti di loro un pretesto per mettere a segno altri intenti. Non mancherà il colpo di scena con l’arrivo dei veri proprietari della baita, l’immancabile morto, un finale confuso e insipido come tutto il film, che a detta del regista si presta a più livelli di lettura.

Noi ci abbiamo letto tanti tentativi falliti di contaminare la pellicola con i generi resi famosi dai vari Tarantino, Cohen, Bunuel, Leone, con le geniali idee tradotte in ottimi e purtroppo finora irripetibili film come Perfetti sconosciuti. Nulla a che vedere pure con i cialtroni ma divertenti e ironici Cinepanettoni legati, a detta dell’ambizioso regista, a un’Italia che non esiste più, ormai privi di cittadinanza, che mostrano la corda, mentre lui rivendica l’originalità del suo film che spera venga premiato per il coraggio, di averlo fatto. E ce ne vorrà parecchio anche per scegliere di andare a vederlo.