Nel momento in cui rigurgiti razzisti non risparmiano neppure insospettabili fasce di cittadini delle nostre evolute città, dovrebbe servire a placare gli animi e ricongiungerli con gli “extracomunitari” il commovente film Chi è Dayani Cristal? vincitore del Sundance 2013, nelle sale dal 20 novembre.

Un film duro, emozionante, che ripercorre le difficoltà spesso mortali cui vanno incontro molti sudamericani nel tentativo di raggiungere gli agognati Stati Uniti.
Voluto, prodotto e interpretato dall’attore, attivista messicano Gael Garcìa Bernal, diretto da Marc Silver con le suggestive musiche di Leonardo Heiblum and Jacobo Lieberman, il film mostra senza falsi pudori il ritrovamento di resti umani nel deserto dell’Arizzona, pericolosa zona di transito chiamata “corridoio della morte” ma scelta dai clandestini perché meno controllata, e il tentativo, spesso vano, di dar loro un nome.

Il protagonista della storia, invece, alla fine di una lunga ricerca un nome lo avrà, grazie alla scritta Dayani Cristal tatuata sul petto, e il suo corpo potrà tornare dalla sua famiglia. L’attore ripercorre dunque i passi di quest’uomo, lungo il sentiero dei migranti in America Centrale. Nel tentativo di capire cosa debba aver provato nel suo ultimo viaggio, si mescola ai migranti in procinto di varcare il confine. Sperimenta, in prima persona i pericoli che sono costretti ad affrontare e impara dalle loro motivazioni, dalle loro speranze e dalle loro paure.

Bernal, Marc Silver, Thomas Benski e Lucas Ochoa, decisero nel 2008 di raccontare la storia di “uno dei principali fattori che ha costituito la storia del genere umano e del pianeta: la migrazione”. Per perfezionare l’idea hanno creato una piattaforma online che ha permesso alle persone di raccontare la loro storia. “Abbiamo ricevuto storie da tutto il mondo – racconta Bernal¬ -. Un problema riferito da tutti era la demonizzazione dei migranti in tutto il mondo. Migranti obbligati a diventarlo dalle leggi economiche e dal commercio, dalla guerra o dai cambiamenti climatici. Si potrebbe parlare di tutte le questioni più importanti e urgenti del mondo, cominciando a parlarne proprio dalla migrazione”.