Si può fondere un’opera teatrale con il cinema? Al Pacino ha voluto sperimentarlo, con successo, trasformando la più controversa  opera di Oscar Wilde in un film interessante e fuori dagli schemi, Wilde Salomé, scritto, diretto e interpretato dall’artista statunitense con Jessica Chastain, Kevin Anderson, Estelle Parsons, Roxanne Hart, nelle nostre sale dal 12 maggio con Distribuzione Indipendente.
Pacino passa dall’essere se stesso dietro e davanti la macchina da presa all’indossare i panni di re Erode, follemente attratto dalla figliastra Salomé, a sua volta invaghita di Giovanni Battista, prigioniero del re, da cui viene rifiutata pretendendone dunque la testa.  Mette in scena l’ossessione di Erode riprendendo le prove della pièce, si reca nel deserto del Mojave, in Irlanda, nel regno Unito per ricostruire ogni aspetto pubblico e privato dello scrittore irlandese, coinvolgendo in questo cammino anche il saggista statunitense Gore Vidal (scomparso nel 2012) e il cantante irlandese degli U2, Bono Vox.

Il suo obiettivo era unire la qualità fotografica del cinema all’essenza dell’acting che è propria del teatro, in quella che definisce una sorta di “collage di un film” , in cui descrive le difficoltà di mettere in scena il dramma a Los Angeles, la scoperta di una nuova stella, Jessica Chastain, per Salomé, condividere le sue scelte inconsuete con le esigenze artistiche e finanziarie della regista teatrale Estelle Parsons e dei produttori Navidi e Fox.
Un insolito viaggio di ricerca scavando nell’anima del capolavoro di uno dei geni letterari del ventesimo secolo, in cui s’intrecciano le vite di Wilde, del dramma e la sua alle prese con la realizzazione di questo ambizioso progetto.

Mentre lavorava per conoscere meglio quest’uomo emarginato dal mondo, messo a dura prova dalla vita, che rischiò tutto per saltare nell’ignoto, si è identificato con lui, racconta Pacino. Era talmente ossessionato da questa storia che decise di filmare tutto ciò che accadeva nella sua vita, come se fosse collegata all’opera e al teatro, provando a mettere in sequenza la rappresentazione scenica, realizzando in un anno e mezzo questo film documentario, interessante e coinvolgente.
Il pubblico, dice Pacino, deve affidarsi a lui e credere nel progetto, farsi guidare in questo stravagante viaggio. Se dopo aver visto il film qualcuno desidererà andare più a fondo nelle opere e nella vita di Oscar Wilde, per l’attore sarà già un grande successo.