
Le opere audiovisive vivono molteplici esistenze. Il riuso creativo delle immagini è protagonista di UnArchive Found Footage Fest, giunto alla sua terza edizione, diretto da Marco Bertozzi e Alina Marazzi coadiuvati nell’organizzazione da Luca Ricciardi e Giacomo Raveri, e prodotto dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico che si svolgerà dal 27 maggio al 1 giugno a Roma, in dieci diverse location di Trastevere dove saranno in mostra oltre 100 opere. Attesi oltre sei mila visitatori, tra studenti, appassionati, videomaker internazionali per vedere, condividere, dialogare, tra filmati, panel, incontri, performance, cine-concerti.
Sponsorizzato da ambasciate, istituti culturali esteri e istituzioni locali, enti privati, con l’aggiunta dell’ Archivio Luce e Csc-Cineteca Nazionale, il festival è ispirato alla rigenerazione delle opere audiovisive che vivono tante vite attraverso il recupero, l’innovazione tecnologica e il gesto artistico. L’archivio non è infatti un contenitore statico, ma un organismo vivo che evolve e ispira .“Non è una rassegna ma un’ esercitazione culturale controcorrente, un festival antifestival – sottolinea il presidente Vincenzo Vita -. Nell’età ruggente dell’Intelligenza Artificiale, è fondamentale la costruzione degli algoritmi della memoria e per questo gli archivi sono fondamentali”.
Fulcro del festival è il Concorso Internazionale, che accoglie venti opere realizzate negli ultimi tre anni, dieci lungometraggi e dieci cortometraggi, tutte incentrate su forme libere e innovative di riuso d’archivio. “Uno spazio progettuale per assemblaggi non convenzionali – spiegano gli organizzatori -. Ogni montaggio è un atto di libertà, può cambiare genere, corpo. Identità mobili, decostruite, un invito a ‘riciclare’ la nostra memoria, ricostruire i nostri immaginari per un mondo nuovo. Una sorta di arte astratta contemporanea, visionaria, che abbatte le barriere tra i generi”.