Un thriller psicologico, intenso, notturno, ambientato nella Milano di fine anni Settanta. Dal bestseller di Giorgio Faletti Appunti di un venditore di donne, prende vita l’omonimo film di Fabio Resinaro, prodotto da Luca Barbareschi con Rai Cinema, in prima visione assoluta il 25 giugno in prima serata su Sky Cinema Uno e in streaming su Now. Un ottimo cast con protagonisti Mario Sgueglia, Miriam Dalmazio, Libero De Rienzo, Paolo Rossi, Francesco Montanari, Antonio Gerardi, Claudio Bigagli  e la partecipazione di Michele Placido.
La storia è ambientata nel 1978, nella Milano da bere, sullo sfondo  i giorni bui del rapimento di Aldo Moro, la criminalità organizzata, i servizi segreti, le Brigate Rosse.  Il clima generale è quello di un impero che non vuole fare i conti con la realtà. Il mondo della luce sembra ignorare quel che succede la notte. Ma la storia insegna che le due sfere sono permeabili e penetrabili e quando questo accade, gli eventi sono quasi sempre devastanti.

Bravo (Sgueglia), sedicente imprenditore che vende le donne, vive tra locali di lusso, discoteche equivoche e bische clandestine in compagnia dell’amico Daytona (Paolo Rossi) e del barman non vedente Lucio (Montanari). L’arrivo di Carla (Miriam Dalmazio), risveglia in lui sensazioni sopite da tempo. Una serata fuori da una bisca le identità si confondono, gli amici diventano nemici, i nemici alleati. Padri, figli, compagni, amanti, i rapporti si polverizzano come le sostanze stupefacenti sui tavoli dell’Ascot. E i sentimenti tornano a minacciare la fredda routine del professionista scettico. L’incontro dei due mondi si frammenta in tante piccole deflagrazioni. Una raffica di mitra, la fuga, l’inseguimento. Non si tratta però dell’inizio di una nuova vita. È l’inizio della fine.

Il libro costruiva una trama molto intricata, un congegno narrativo sofisticato dalla struttura molto cinematografica. Il regista, nello scrivere la sceneggiatura del film, ne ha ben interpretato le atmosfere, prendendo spunto anche dai poliziotteschi degli anni ‘70 in cui Milano con la sua mafia “leggera” era una grande protagonista, scegliendo le musica di Andrea Bonini per renderle ancora più suggestive.  “Ho voluto evitare la riproposizione vintage, puntando invece alla reinterpretazione delle ambientazioni del passato, attraverso uno sguardo più moderno – spiega Resinaro-.  Il mio obbiettivo era portare il mio narratore indietro nel tempo”.
Milano è cambiata moltissimo da quegli anni, era necessario girare come se si trovassero davvero nel 1979, una modalità che avrebbe comportato un grande lavoro di post-produzione e moderni effetti speciali per la ricostruzione dei fondali d’epoca di una ormai modernissima città.

All’interno di questa ricostruzione storica si muovono numerosi personaggi e un protagonista, che già dalle pagine del romanzo di Faletti, risultava enigmatico e misteriosamente complicato.  Un protagonista al quale si aggancia saldamente il punto di vista del racconto. “Con Mario Sgueglia e con il resto del cast abbiamo lavorato alla ricerca di una sensazione di verità all’interno di una messa in scena che diventa, come le ambientazioni, stilizzata solo a tratti, solo in alcuni momenti più narrativi e cinematografici – precisa Resinaro -. Nel tentativo di creare una dinamica organica, tra plausibile e sospensione dell’incredulità. Alla ricerca di quella sorta di realismo-epico che mi appassiona da sempre”.