A disintossicare gli spettatori dalla sbronza sanremese ci penserà la fiction a sfondo giallo ambientata nella terra dei limoni. Lo scrittore siciliano Gaetano Savatteri, ereditato il testimone da Camilleri, riporta da lunedì 7 febbraio in prima serata su Rai 1 Màkari, tre nuove storie ispirate ai suoi romanzi, spalmate in tre nuove puntate dirette da Michele Soavi e affidate al palermitano Claudio Gioè affiancato dai conterranei Domenico Centamore e Ester Pantano, ‘disturbati’ stavolta dall’arrivo del nordico Andrea Bosca.

Protagonista di questa seconda stagione, prodotta da Palomar con Rai Fiction (con le canzoni originali di Ignazio Boschetto interpretate con i colleghi de Il Volo) è sempre Saverio Lamanna, scrittore per vocazione e detective per caso, che dopo il fallimento della sua carriera da colletto bianco al Ministero dell’Interno a Roma, con il suo ritorno alle origini, scopre una vera e propria rinascita interiore. Brillante, ironico e disincantato, sarà alle prese con tre nuove indagini, condotte insieme all’ormai inseparabile Piccionello e all’amata Suleima alla scoperta di una Sicilia dagli scenari magici, alle prese con i drammi e le contraddizioni di oggi, e i dolci veleni della gelosia.

Un racconto diverso dalle storie di Montalbano, più romantico, girato in corsa per poter andare in onda lo stesso giorno della prima serie. Tre mesi di set tra il trapanese e l’agrigentino, dove prenderà corpo una sorta di triangolo amoroso tra i due fidanzati (Gioè-Pantano) e il capo di lei (Bosca), il terzo incomodo, fascinoso architetto milanese trasferitosi in Sicilia per lavoro. Ritroviamo l’ormai inseparabile coppia Lamanna-Piccionello che come moderni Don Chisciotte e Sancio Panza faranno la guerra ai mulini a vento sviscerando un umorismo che fa sorridere a denti stretti e aiuta a creare l’alchimia.

Anche questa seconda serie non racconta storie di mafia ma le miserie dell’animo umano. A volte la mafia viene usata come copertura per interessi personali miserabili, messi in atto da personaggi meschini. Il regista miscela leggerezza e profondità unendo il genere giallo poco inquietante al sentimentale, alla commedia, al mélo, al dramma, con punte di grottesco creato dalle situazioni dei personaggi che colorano le storie. Il protagonista è come un naufrago sballottato dalle onde degli avvenimenti che lo scuotono e gli fanno prendere coscienza di quanto fosse inutile il suo vissuto precedente. Una nuova consapevolezza per Saverio Lamanna alla scoperta dei veri valori ma, soprattutto, di quello primario, forse il più importante di tutti: l’amicizia.