Dal 18 novembre ogni giovedì alle 21.00

Si può raccontare il Male? È eticamente accettabile inscenare le imprese di eroi negativi? Non c’è il pericolo di un’identificazione dannosa per la società? Da quando è iniziata l’avventura di Romanzo criminale, queste sono le domande che più di frequente vengono rivolte a Giancarlo De Cataldo, autore del libro, del film e della serie tv, che replica: «Il Male preesiste alle sue rappresentazioni, fa parte della natura umana. Il Male determina una serie di comportamenti e di condotte che costringono continuamente anche le esistenze più ordinarie a misurarsi con la sua potenza. E che, in certi casi, (pensate ai genocidi, ai grandi dittatori, all’11 Settembre) rimettono in discussione il concetto stesso di Uomo». Domande che ora tornano d’attualità, visto che Sky proporrà dieci nuovi episodi di Romanzo Criminale – La serie, dal 18 novembre ogni giovedì alle 21.00 su Sky Cinema1 e Hd, per cinque appuntamenti.

Un progetto che è l’esempio dell’attenzione alle produzioni originali del network di proprietà del magnate australiano Rupert Murdoch, che solo nell’ultimo anno ha investito nel mercato cinetelevisivo italiano oltre un miliardo di euro. Con Romanzo criminale Sky ha fatto centro, vendendo la prima serie in oltre quaranta paesi (persino alla tv americana Hbo) e oltre 135 mila Dvd (più di Lost e Dr. House). E ora si proietta concretamente sui progetti futuri, a partire da una nuova serie tv tratta sempre da un romanzo, prodotta come questa con la Cattleya di Riccardo Tozzi. «Questo è l’ultimo Romanzo criminale, almeno come lo conosciamo dal libro di De Cataldo che – sostiene Tozzi che ha già acquistato i diritti del libro Il segreto di Piazza Fontana di Paolo Cucchiarelli –  è del tutto innovativo per l’industria culturale italiana. Il film è un gangster movie completamente inedito, che guarda da dentro la storia del nostro paese – aggiunge -. La serie ha portato questa innovazione in tv, una sfida difficile, possibile solo con Sky. È un prodotto rivoluzionario, nuovo nello stile e nel linguaggio, un film d’autore seriale con i meccanismi televisivi e il colore e il calore del cinema».

Tanto entusiasmo la serie sembra aver suscitato anche nel pubblico, soprattutto giovane, che attende con ansia il seguito e, dopo aver visto il primo episodio, siamo certi non resterà deluso. «Nelle nuove puntate ci lasciamo alle spalle i cupi anni Settanta per i più scintillanti e superficiali anni Ottanta – spiega il regista Stefano Sollima -. I soldi ora sono il terreno di scontro della banda».  «La seconda stagione è una parabola tragica, c’è la resa dei conti – osserva De Cataldo, che oltre al romanzo ha firmato la sceneggiatura dell’omonimo film di Michele Placido e delle due serie per la tv -. Si raccontano anche gli intrighi e i misteri italiani, i meccanismi di controllo del grande potere delle multinazionali, visti con gli occhi della gente della strada, facendo risaltare quanto abbiano in comune la strada e il Palazzo».

Via dunque le basette, i pantaloni a zampa d’elefante, per far strada alle paillettes. Il Bufalo, il Freddo e il Dandi si ritrovano a fare i conti con la morte del Libanese. È l’ora dell’epilogo, della fine della gloria e del potere. La banda è in disfacimento, il finale sarà tragico.  «Ci sarò anche in questa seconda serie – rassicura Francesco Montanari che dà vita al Libanese -, ma come il fantasmino di un personaggio enigmatico di cui non svelo il nome». Nel cast ritroviamo Vinicio Marchioni (Freddo), Alessandro Roja (Dandi), Marco Bocci (Il commissario Scialoja), Daniela Virgilio (Patrizia), Andrea Sartoretti (Bufalo), Riccardo De Filippis (Scrocchiazeppi), Mauro Meconi (Fierolocchio), Edoardo Pesce (Ruggero Buffoni), Lorenzo Renzi (Sergio Buffoni), Alessandra Mastronardi (Roberta), Marco Giallini (Terribile), Fausto Paravidino (Ranocchia), Roberto Infascelli (Sorcio) e Giorgio Caputo (Ricotta). Da non perdere!