La memoria storica dell’umanità passa attraverso la fotografia. Lo sostiene Oliviero Toscani chiamato a scegliere il vincitore di Master of  Photography, il primo talent show internazionale in otto puntate dedicato alla fotografia, condotto da Isabella Rossellini, in onda dal 21 luglio su Sky Arte HD tutti i giovedì alle 21,10 in contemporanea in Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania e Austria.
Un evento paneuropeo, prodotto da Sky Arts Productions Hub, due mesi di riprese tra Roma, Berlino, Londra e altre capitali per mettere a fuoco otto sfide all’ultimo scatto tra i dodici fotografi amatoriali e professionisti provenienti da tutto il mondo, in gara per aggiudicarsi il premio finale di 150 mila euro.
L’ardua sentenza sul vincitore è di tre maestri dell’obiettivo: Oliviero Toscani, Ruth Blees Luxemburg e Simon Frederick.
Altri otto fotografi di fama mondiale come Alex Webb, Bruce Gilden, Elina Brotherus, Jason Bell, Lois Greenfield, Franco Fontana, Jonny Briggs, David Lachapelle hanno messo il loro talento al servizio dei partecipanti dispensando utili consigli. I concorrenti hanno dovuto poi modificare, postprodurre e stampare i propri scatti per sottoporli al verdetto della giuria.

Tra i temi sviluppati, foto notturne, ritratti del corpo umano, backstage dei teatri londinesi, le meraviglie della natura e dei paesaggi, le loro rispettive case e famiglie, con tanto di autoritratto, l’Europa e le sue genti, passate, presenti e future. La sfida più ardua è stata ritrarre una celebrità di Hollywood come Michael Madsen, l’ attore-feticcio di Quentin Tarantino, cercando di catturarne l’anima con un ritratto. “Mi trovavo a disagio a posare, a stare fermo – racconta l’attore, a Roma per presentare lo show-. I concorrenti avevano un’immagine in testa, tutte diverse, divertenti. Il segreto è l’energia che hai nella mano. Anche io mi sono cimentato, fu lo scomparso Dennis Hopper quando vide i miei scatti a incoraggiarmi a fare foto. Ho riflettuto su questa coincidenza”.

Tre giudici, mai d’accordo. “E’ sempre difficile riconoscere il talento – sostiene Frederick – ci vuole passione, capacità. Per i fotografi creativi c’è ampio spazio, tutti possono cimentarsi ma è diverso essere professionisti ogni giorno”.
“Oggi anche gli asini sanno fare uno scatto, ma la fotografia è una cosa molto più complessa, è un ritratto della realtà, implica una scelta, bisogna saper guardare e analizzare, ogni suo dettaglio spiega una problematica – commenta Toscani -. Fare il fotografo è un privilegio, ci vuole talento. La foto è un mezzo di comunicazione di massa, non un fine, riesce ancora a scuotere le nostre coscienze, è far vedere al futuro il nostro tempo. Non ha bisogno di passaporti e traduzioni, può circolare liberamente”.