Nelle sale Le Idi di Marzo di George Clooney

Tra cartoni, kolossal mediorientali e cinepanettoni caserecci, è approdato in sala anche Le Idi di Marzo, il film cinico e graffiante, assai piacevole e adrenalinico, diretto e interpretato da George Clooney con uno strepitoso Ryan Gosling, giustamente applaudito a Venezia, che mette a nudo (se mai ce ne fosse ancora bisogno) gli squallidi retroscena delle campagne elettorali. Qui siamo alla vigilia delle primarie che dovrebbero mettere il governatore Morris (Clooney) in corsa per la presidenza degli Stati Uniti.

Figura che non appare nell’opera teatrale Ferragut North di Beau Willimon al quale la pellicola è ispirata, ma che il divo hollywoodiano, qui in veste anche di sceneggiatore, ha voluto creare per la sua quarta regia, già in odore di Oscar. Un racconto intenso, incentrato su ambizione, lealtà, tradimento e vendetta di alcuni professionisti della politica moderna, conditi dalla seduzione di una giovane stagista (Marisa Tomei).

Clooney lo definisce un thriller politico, non “politicizzato” perché coinvolge entrambe i partiti americani, mettendo allo scoperto tutte le manipolazioni, gli intrighi e i compromessi messi in atto dai portavoce dei candidati alla massima poltrona americana, che non vogliono a nessun costo mollare il potere conquistato con quell’incarico. Qui, accanto ai pur bravissimi Philip Seymour Hoffman e Paul Giamatti, che interpretano a meraviglia i capi ‘consigliori’ dei due candidati avversari, emerge l’attore Ryan Gosling nei panni del giovane ma eccellente stratega della comunicazione, che crede il suo candidato (Clooney) capace di cambiare davvero in positivo le regole del gioco nel governare il paese.

Morris è convincente quando si professa contrario alle guerre, alla pena di morte, aperto alle energie alternative e alle unioni gay. Ma non mancherà l’amaro colpo di scena che mescolerà pesantemente le carte in tavola. Il suo giovane e valido addetto stampa verrà coinvolto in un meccanismo perverso innescato per eliminarlo e il finale sarà tutto a sorpresa. Gosling è rimasto affascinato da questo film «…Politico che non ha un messaggio politico».

«Non devi conoscere o capire bene la politica per seguire i personaggi e rimanere coinvolto dalla storia – spiega -. In realtà è un modo di osservare quello che avviene dietro le quinte». La sceneggiatura del film era pronta dal 2008, quando è stato eletto presidente Obama. «Eravamo tutti ottimisti e pieni di speranza, un film cinico sulla politica sembrava fuori luogo – spiega Clooney -. In un anno il cinismo è tornato e abbiamo pensato di poterlo fare».