Marilyn Monroe non ha più segreti. Per chi visita la suggestiva mostra a lei dedicata fino al 30 luglio a Palazzo degli Esami di Roma, che svela ogni dettaglio della sua intensa ma breve e travagliata vita, intima e professionale. Ideata dal giovane collezionista tedesco Ted Stampfer, adoratore della divina fin dall’infanzia e cacciatore inarrestabile di oggetti che ne hanno contraddistinto attimi di vita, ora ben esposti e illustrati nel lungo e dettagliato percorso espositivo, organizzato da Fabio Di Gioia della Da Vinci Grandi Eventi, dall’emblematico titolo Imperdibile Marilyn, Donna, Mito, Manager.

L’ immortale star compie 91 anni il primo giugno nel grande palazzo nel cuore di Roma, circondata da trecento oggetti unici che le sono appartenuti, messi all’asta alla fine degli anni Novanta, costellati da centinaia di foto e filmati  che consentono di percepire la sua identità più vera. Il tutto suddiviso in quattordici sezioni immerse in una morbida penombra che esalta il fascino della mitica attrice e della donna, creando un’atmosfera che lascia intatto il mistero della sua prematura scomparsa nell’agosto del 1962.Una mostra unica, presentata per la prima volta nel mondo, che segue passo passo il processo di trasformazione di una bruna naturale nell’esplosiva bionda venerata in tutto il modo. Un quadro completo e imperdibile, curioso e emozionante, che racconta il lato tenero e il lato forte, emancipato, di una donna costretta a competere con il mondo maschile dominante l’industria cinematografica degli anni Cinquanta.

Ci si sofferma sognanti davanti al suo mitico abito bianco che si sollevava svolazzante sulla griglia del metrò, ai suoi pullover in cashmere, ai pantaloni a scacchi, alle calze e alle scarpe di seta, alle fede nuziale tempestata di diamanti, a trucchi e bigodini, a carteggi amorosi e professionali, ai copioni dei suoi film, agli assegni originali da lei firmatiper saldare servizi. E tante e tante foto che la ritraggono in ogni attimo di vita, con mariti, colleghi famosi, amici, alla consegna a New York da parte di Anna Magnani del suo primo e unico premio alla carriera, nel filmato dei suoi auguri cantati al presidente Kennedy.
“Ospitare la vita reale di Marilyn significa anche ripercorrere la storia degli anni d’oro della cinematografia internazionale – sottolinea Di Gioia -. Una rilettura storica ancor più veritiera in quanto vista per il tramite di una delle figure più controverse e amate tra tutte le star”.