In una stanza per gli interrogatori un poliziotto e un criminale sono seduti ad un tavolo. Un efferato delitto è stato commesso, ma la verità, come spesso accade, è diversa da come appare. E’ questo l’accattivante incipit di uno dei più interessanti cortometraggi attualmente in circolazione. Si tratta di Disneyland, diretto da Marco Cervelli, che sta ottenendo una incredibile serie di meritate attestazioni di gradimento presso le principali rassegne del giovane cinema italiano. Dalla manifestazione Primo Piano sull’Autore organizzata da Franco Mariotti, svoltasi quest’anno eccezionalmente sull’asse Roma-Spoleto, al Calcata Film Festival, evento a cura di Rossella Piergentili, dal Mestre Film Festival al Maassemi Film Festival, dal Vittoria Peace Film Festival al Prato Filmker Festival. In effetti è un lavoro assai ben curato, girato con mestiere e mano sicura: un’opera che lascia ben sperare per il futuro del suo autore.

Marco, originario di Firenze, si è laureato nel 2005 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Bologna, indirizzo D.A.M.S, con tesi sul neorealismo Italiano e intervista al Maestro Carlo Lizzani. Ha poi iniziato a lavorare come aiuto regia presso numerose produzione cinematografiche, collaborando con registi come Peter Marcias, Andrea Papini, Claudio Insegno, Annamaria Liguori, Giovanni Bufalini, Riccardo Sesani, Caterina Rogani, Angelo Frezza.
Ha inoltre realizzato spot pubblicitari per il web come regista per la Glam Adv. Nel 2014 ha scritto e diretto Game Over, il suo primo cortometraggio, scelto dal Lions Club 108° all’interno del progetto , per la sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo. Attualmente è in rampa di lancio per la regia di un lungometraggio dal simpatico titolo Aspettando la Bardot. Finalmente un debutto sul grande schermo frutto di una seria preparazione e di una lunga gavetta.