Parte la fiction “Tutta la musica del cuore”, da domenica 3 su RaiUno

La musica classica come speranza per i giovani, per spingerli a non smettere di credere ai loro sogni, in un mondo dominato dalla corruzione e dalla mafia. È la sfida lanciata da Raifiction e da Luca Barbareschi che ha prodotto Tutta la musica del cuore, la fiction in sei puntate che ruota intorno a un conservatorio musicale del sud, in onda da domenica 3 febbraio in prima serata su Rai Uno, con la regia di Ambrogio Lo Giudice e il sostegno di Apulia Film Commission.

Francesca Cavallin e Johannes Brandrup, affiancati da veri, giovani e bravi musicisti, sono i protagonisti della serie, girata tra marzo e luglio 2010 nel Conservatorio Nino Rota di Monopoli, rimasta inspiegabilmente ferma fino ad ora per misteriose “esigenze di palinsesto” e ora finalmente sdoganata dal nuovo direttore di Raifiction Eleonora Andreatta, che da capostruttura ne approvò il progetto, in cui ha sempre creduto.

Il soggetto è di Laura Ippoliti che ha insegnato al Conservatorio di Foggia, e ha firmato la sceneggiatura con Francesco Arlanch, Andrea Leoni, Andrea Purgatori e Luisa Cotta Ramosino. Nel nutrito cast troviamo attori collaudati come Lucrezia Lante della Rovere, Paola Gassman, Ugo Pagliai, Vittoria Piancastelli, Erica Blanc, Fabrizio Traversa, Franco Trevisi. Notevoli le performance dei musicisti-neoattori, tra cui Laura Glavan, il violinista Giordano Franchetti, il clarinettista Matteo Basso, la pianista Rosanna Sferrazza, il fisarmonicista Giulio Beranek e i loro compagni di conservatorio.

La Cavallin (che presto tornerà in tv nei nuovi episodi di Un Medico in famiglia e in Olivetti con Luca Zingaretti) è Angela, un’ispettrice inviata dal ministero a far luce sulla gestione poco chiara di un conservatorio pugliese, dove il direttore (Antonio Stornaiolo), colluso con la mafia locale, fa assunzioni e graduatorie di ammissione ai corsi gradite ai boss. La donna, determinata nel suo lavoro, si riavvicinerà alla musica da cui si era allontanata dopo un lutto che le aveva stroncato la promettente carriera da pianista, si scontrerà con l’insegnante Mattia (Brandrup) che ha sollevato il caso, scoprendo di avere in comune con lui un obiettivo: le sorti degli studenti, tentati di mollare lo studio perché allettati dalle lusinghiere offerte del mondo dell’ illegalità.

«Una storia originale, ricca di valori civili, che parla di musica, di talenti e racconta il nostro sud fuori dagli stereotipi, dove il riscatto dalle logiche mafiose è possibile, con un mentore che riesce a dare forza ai ragazzi» sottolinea Andreatta. «La storia è piena di speranza, di gente semplice, perbene, che ha il coraggio di ribellarsi ai potenti – aggiunge Barbareschi -. Al centro c’è un tema importante come la dignità, il rispetto del proprio lavoro». «Con la musica non si può bluffare – aggiunge Ippoliti -, se non hai talento e non studi non vai da nessuna parte. Suonare non è un mestiere con cui fai i soldi, ma impari a credere in te stesso. Il direttore disonesto della fiction è una metafora per far capire quali sono le cose da difendere».

«La passione per la musica regalerà un bagaglio per la vita ai giovani e la possibilità di riscatto per una donna ferita – aggiunge Cavallin -. Il mio personaggio è pieno di sfaccettature, di aperture, è stata una bella sfida far finta di suonare tra tanti ragazzi che suonano veramente. Come pianista sono partita da zero e sono fiera di esser riuscita a risultare credibile». «Mastico musica fin da bambino – racconta il regista – ho partecipato allo Zecchino D’Oro, suonato in tour con Lucio Dalla e gli Stadio. Spero di aver trasmesso il desiderio che nel nostro paese il talento non vada sprecato». Una cantata di Bach è la matrice su cui si sviluppa la colonna sonora, affidata al musicista Paolo Vivaldi, arricchita da brani di Chopin e Beethoven, eseguita dal giovane violinista Giordano Franchetti, già lanciato a livello internazionale.