Rincuora l’arrivo in sala dal primo ottobre di un altro buon film italiano, Io e lei di Maria Sole Tognazzi con Margherita Buy e Sabrina Ferilli, che sfiora delicatamente il tema della diversità sessuale, sul quale non mancherà il dibattito. Una commedia sentimentale divertente e emozionante, ma anche un film politico, che mostra con lucidità, garbo, ironia, le normali difficoltà di convivenza di una coppia, in questo caso omosessuale.

Protagoniste due donne dai caratteri assai differenti che si amano, ma se fossero un lui e una lei non farebbe differenza.  Una coppia come tante, provata da cinque anni di vita insieme, che inevitabilmente va incontro a una crisi. A rompere gli argini è la borghese e gelida Federica (Buy), architetto di grido, madre e moglie divorziata, che cerca di far chiarezza sulla sua vita. I suoi ripensamenti prenderanno alla sprovvista la solare ex attrice Marina (Ferilli), anch’essa in preda ai dubbi, ma per un suo eventuale ritorno sul set. Una più che ottima prova delle due attrici, che fa sperare in una maggior presenza sul grande schermo della Ferilli.

Innegabile che il cinema si sia svegliato prima della nostra sonnolenta e inetta classe dirigente, mostrando che sarebbe ora di passare dalle chiacchiere ai fatti nel dare uguali diritti a tutte le coppie. “E’ il primo film italiano con una storia d’amore tra due donne d’oggi, che affronta l’omosessualità femminile attraverso la normalità. Il tono gli dà un valore politico” conferma Maria Sole Tognazzi, che con questa quinta prova conferma la sua abilità di regista, pronta a cogliere e raccontare l’attualità con lucida sensibilità. In questo caso col fondamentale aiuto nella stesura del soggetto e della sceneggiatura dei collaudati Ivan Cotroneo e Francesca Marciano.

“C’è un grande egoismo nel non capire i problemi di chi vive vite diverse – sottolinea Buy -. E’ importante guardare al di là della propria esperienza”. “In ventun anni che faccio l’attrice di battaglie ne ho portate avanti tante – le fa eco Ferilli -. Questo paese bigotto lascia tutti per strada, figuriamoci gli omosessuali. Su Internet leggo che non si possono tutelare tutti i desideri, si parte dall’omosessualità fino alla pedofilia. L’ignoranza non è solo non sapere, è anche paura. Mi sono sempre battuta per tutte le libertà, il film mostra una coppia normale, tocca il tema dell’omosessualità in punta di piedi, senza farne una macchietta. Un governo che si dice di sinistra deve portare avanti certe battaglie e i cittadini devono far sentire la loro voce”.

Gli sceneggiatori sono convinti che la gente sia più avanti dei politici. “Abbiamo ripercorso tutti i passi di una commedia sentimentale normale – puntualizzano -, in un paese che purtroppo è stato condannato dalla Corte Europea per la violazione dei diritti umani”.