Antonella Clerici avrebbe voluto intitolarlo Pane, salame e felicità il suo nuovo libro con le migliori ricette della sua avventura televisiva ai fornelli. L’editore Rai Libri invece ha preferito Pane Amore e Felicità per raccontare, riassunti,  i diciotto anni di Prova del cuoco da lei guidati con successo di pubblico e critica. La bionda conduttrice  li ha vissuti intensamente, con il gusto della diretta, la voglia di sorprendere e sorprendersi, e un enorme amore per la cucina intesa nel suo senso più genuino e casalingo. In questo libro, raccoglie alcune delle ricette che ama di più e i piatti che sono diventati un suo “marchio di fabbrica”, come i risotti e i grandi piatti di carne.
Pane, amore e felicità è  il suo omaggio al pubblico fedelissimo che l’ha seguita in questi anni. Un viaggio nel gusto punteggiato di aneddoti sulla sua vita e sulla trasmissione. Un racconto, a suo modo, dell’Italia: un Paese in cui c’è un pacco di pasta in ogni dispensa, un cuoco provetto o una cuoca d’eccezione all’ombra di ogni campanile. Il Paese della buona tavola, che è un cardine della buona vita.

Alla presentazione del libro a Roma non arriva indossando gli amati  sgargianti abiti a lustrini: “nella vita vesto molto sobria, in tv mai, è un mondo a parte” spiega. E partono i ricordi, cominciando dagli esordi. “All’inizio la Rai non credeva che un programma di cucina avrebbe avuto successo – racconta -, ci dettero una mezz’ora, alle 11,30, c’eravamo solo Anna Moroni, Beppe Bigazzi ed io, era un’altra televisione”.
“Hai fatto la stessa gavetta dell’Artusi” la adula l’amica cuoca toscana Luisanna Messeri accomunandola al mitico antesignano dei libri di ricette e confermando che la Clerici ha sempre cercato di assecondare le passioni dei suoi cuochi. “Eravamo una ventina, si cercava di fare quello che si sapeva fare, lei ha tirato fuori il meglio di noi”.
Antonella non nasconde la nostalgia: “Mi manca tantissimo il contatto col pubblico, sentire a pelle l’odore delle loro cucine, abbiamo cresciuto una generazione, i ventenni ci conoscono bene. Il clima che si era creato era una magia, era una famiglia vera, ma ho fatto una scelta di vita che mi ha portata altrove. E poi penso che sia giusto  andare via quando la tavola è ancora apparecchiata”.
E  ora che quel cerchio magico si è rotto, su quei deschi non restano che stoviglie da lavare!

Lei non commenta la nuova conduzione e non parla apertamente della meno fortunata rinascita del suo Portobello ma si capisce che si riferisce a questo per ora flop quando dice: “Sono come un collaudatore di auto, mi ci vuole tempo per adattare al meglio le cose, la rotta devo darla comunque io. Il segreto è non mollare mai, curare sempre i dettagli, dopo 32 anni di Rai so come barcamenarmi”.
Al suo fianco non poteva mancare Annina Moroni e Mael, la sua “figliolona”di nove anni, alta quasi quanto lei. “E’ tutta il suo papà ma è una secchiona come me, bravissima a scuola, adora gli animali e ora viviamo immersi nella natura – spiega -. Amo la convivialità e Vittorio, il mio compagno, è un buongustaio, e per me la ricerca della felicità passa anche da ciò che mangio”.