Nei cinema un Colin Firth da premio Oscar

Un re timido e balbuziente, un eccentrico logopedista che cerca con metodi assai poco ortodossi di restituirgli una fluida parlantina. Un imperdibile, gustoso, emozionante duetto tra il sovrano dell’Inghilterra sull’orlo della guerra e lo strambo e caparbio personaggio convinto di potergli ridare la parola e la sicurezza per affrontare l’atteso discorso alla nazione. Su questo inusuale rapporto ruota il film Il discorso del re, nelle sale dal 28 gennaio, poco strombazzato ma con un Colin Firth nei panni di re Giorgio VI d’Inghilterra (il padre dell’attuale regina Elisabetta) mai come stavolta meritevole dell’Oscar (al quale è candidato come attore protagonista di questo film) per l’eccezionale interpretazione che gli è già valsa il Golden Globe. A dispetto del tema che può far sospettare una noiosa storia in costume, la pellicola scorre veloce e divertente, sul filo della migliore ironia britannica.

Perfetto nel ruolo del “guaritore” l’attore australiano Geoffrey Rush che, dopo un primo approccio assai burrascoso, riesce a conquistare la fiducia dell’irascibile e frustrato neoeletto re. Dopo la morte del padre Giorgio V e l’abdicazione del fratello primogenito re Edoardo VIII, invaghitosi della divorziata americana Wally Simpson per la quale rinuncia alla corona, Bertie (Colin Firth) viene improvvisamente posto sul trono, con il paese in procinto di entrare in guerra contro la Germania e disperatamente bisognoso di un leader. Sua moglie Elisabetta (Helena Bonham Carter, la futura Regina Madre, da poco scomparsa) trascina il riottoso marito da Lionel Logue che, senza alcuna laurea in medicina e ben lungi dal sottostare ai dettami dell’etichetta, sembra prendersi gioco del nuovo regale paziente, cui  impone stravaganti esercizi per sciogliergli la lingua bloccata dalla balbuzie ma che  mettono a dura prova la pazienza del povero sovrano.

Tra i due si creerà un legame indissolubile che, unito alla spinta della moglie e di Winston Churchill, convinceranno il sovrano ad affrontare il tanto temuto e atteso discorso alla radio per comunicare al suo popolo l’entrata in guerra. Quest’anno a contendere la statuetta a Firth saranno in tanti, e tutti a buon titolo. Ma l’attore britannico arriva con curriculum che parte dalla formazione teatrale classica, invade cinema e televisione con ruoli che in tre decenni hanno attraversato ogni genere, dalla commedia con Bridget Jones al musical Mamma Mia! con Meryl Streep, al drammatico A Single Man. Dopo tante candidature, tanti riconoscimenti, sarebbe proprio giunta l’ora anche per l’ambita statuetta americana.