Perché lasciare ancora a bocca asciutta gli amanti del classico, popolare Cinepanettone? Per la gioia di quei milioni di ‘orfani’ il regista Neri Parenti ne sforna l’11 dicembre uno davvero Doc, Ma tu di che segno 6? in più di 400 esemplari.
Il classico film comico-caciarone, con parolacce, rumori corporali, situazioni scontate ma comunque spesso esilaranti, anche grazie alla bravura dei protagonisti e della ‘penna’ dei fratelli Vanzina veri maestri del genere. Il regista toscano si riappropria del film di Natale dopo la rottura col produttore De Laurentiis, che lo aveva fatto virare sulla commedia depurata dalle ‘volgarità’ ma non sempre divertente. E che ora ha detto basta ai compromessi, tornando sparato a quel filone che ha riempito per decenni di risate le sale, portando incassi milionari.
Parenti, senza un soldo pubblico, con quelli suoi, di Maria Grazia Cucinotta e del marito Giulio Violati, dei fratelli Vanzina, ha ingaggiato il meglio della comicità su piazza, da Gigi Proietti a Massimo Boldi, da Vincenzo Salemme a Ricky Memphis a Pio e Amedeo (‘prestati’ da Pietro Valsecchi che ne ha l’esclusiva per un altro paio di film), con l’immancabile ‘bellona’, la Vanessa Hessler da lui lanciata nel cinema nove anni fa con Natale a Miami.
“E’ un film onesto, popolare, scritto, comico – puntualizza Carlo Vanzina -, vogliamo rimpadronirci del Natale”. “Abbiamo voluto crederci e rischiare – aggiunge Enrico – coi nostri soldi, senza accordi con le tv”.
“Oggi viviamo in un mondo che non crede più allo stato, alla politica, alla religione, alla famiglia, al lavoro, agli ideali, alla cultura – osserva Parenti -. Ma c’è una cosa che resiste immutabile, misteriosa, folle, in cui tutti credono: l’oroscopo e i suoi segni. I giornali, la radio, la televisione, Internet, ci bombardano con le previsioni astrali. Dopo il meteo e il papa ci sono gli oroscopi. Come reagiscono gli italiani a questo fenomeno mediatico che li sfiora e li condiziona? Il film sottolinea comicamente gli effetti delle profezie astrali”.
Proietti è un avvocato che non ci crede, ma dopo un incidente profetizzato dalle stelle, cambierà carattere diventando ‘onesto’. “Un avvocato furbo, molto contemporaneo – spiega l’attore -, che come tormentone ripete: ‘non vorrei essere volgare’ condendo ogni frase di parolacce”. Boldi continua con la macchietta che da un quarto di secolo propone al cinema, prima dei Vanzina e poi di Neri col quale torna dopo nove anni (e che sarebbe lieto di riproporlo in coppia con de Sica). “Cipollino è sempre Cipollino” sostiene convinto l’attore lombardo. E qualche risata la strappa pure a noi, critici un po’ snob.