Terence Hill passa il testimone a Raoul Bova per la tredicesima stagione di Don Matteo, che torna in prima serata su Rai 1 da giovedì 31 marzo con dieci nuove puntate. I produttori Lux Vide e Rai Fiction si augurano che il nuovo parroco, don Massimo, conquisti il cuore del pubblico televisivo che segue da oltre un ventennio la serie, apprezzata per il suo mix  di giallo e commedia, di leggerezza e drammaticità, con uno sguardo positivo sul mondo e sulle sue contraddizioni, che esplora temi inediti e trasversali a tutte le generazioni.  Don Matteo 13 continua a volgere lo sguardo su tematiche di attualità che interessano la società e il nostro modo di vivere, mettendone in luce problematiche morali e contraddizioni, senza mai perdere la speranza e la serenità. E continua a dare una chiave per raccontare in maniera forte, ma al tempo stesso positiva ed equilibrata, i problemi che riguardano gli adolescenti e il loro rapporto con i genitori e il mondo degli adulti in generale.

Questa tredicesima stagione è anche un’occasione per introdurre nuovi personaggi e al tempo stesso raccontare qualcosa in più sui soliti noti (Natalina, Pippo, Ghisoni, Zappavigna). A partire da don Matteo che vedremo in difficoltà, alle prese con una ferita che lo costringe a riflettere sul suo essere padre spirituale di tutti e a fare i conti con quelle emozioni che aveva sempre domato: il dolore, la rabbia, il senso di impotenza. Ma è proprio nei momenti difficili che emergono nuovi aspetti del carattere: la fallibilità, il senso paterno, ma anche l’incrollabile speranza nel futuro. Tra le new entry c’è don Massimo, un sacerdote al suo primo incarico in una parrocchia. Un prete più propenso a riflettere in solitudine che a stare dentro le quattro mura della canonica, che porta con sé un passato misterioso. Un prete moderno, che dovrà fare i conti non solo con le difficoltà degli altri, ma soprattutto con le sue.

“Vogliatevi bene gli uni con gli altri” è l’augurio di Terence Hill collegato da Los Angeles alla presentazione in Rai delle nuove puntate. Presenti in sala invece l’immancabile maresciallo Cecchini-Nino Frassica, la capitano-Maria Chiara Giannetta, il Pm-Maurizio Lastrico e l’ormai promosso Colonnello Anceschi-Flavio Insinna, al quale tocca introdurre Bova. “Non è una sostituzione – spiega – con Raoul si aggiunge un posto a tavola”. “All’inizio mi starà antipatico, poi si conquisterà il nostro affetto” aggiunge il maresciallo Cecchini. “La vita cambia come cambiano le persone, il mio ingresso serve a far evolvere la storia mantenendo gli ideali che hanno funzionato per più di venti anni – spiega Bova -. Don Massimo ha un carattere forte, combatte da sempre contro le ingiustizie, non ha paura di sporcarsi le mani, vuole capire cosa vuol dire perdono, dare una seconda opportunità senza giudicare. Arriverò nella quinta puntata per lottare al fianco di don Matteo”. Sente il peso della responsabilità di entrare a gamba tesa in un progetto che per decenni ha fatto strage di ascolti. “La figura del parroco rappresenta l’affidarsi, confessare, confidarsi, la spiritualità di cui c’è tanto bisogno contro l’odio e la rabbia che avanzano. Ho chiesto il benestare di Terence, volevo fosse lui a passarmi il testimone – ricorda Raoul -. Mi ha detto di scegliermi il nome e di essere sincero”.