Set della serie "Come un padre" di Luca Miniero. Nella foto Carmine Recano, Federico Cautiero, Federico Milanesi, Caterina Ferioli, Ludovica Nasti e Giampiero De Concilio, . Foto di Gianni Fiorito Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni Fiorito.
Una città lucente ma piena di contraddizioni, dove il degrado e la bellezza convivono, passando attraverso piccoli gesti di coraggio e solidarietà. E’ lo scenario dove si sviluppa la fiction Noi del Rione Sanità, diretta da Luca Miniero, in onda in tre puntate da giovedì 23 ottobre su Rai 1 e su RaiPlay. Tratta dall’omonimo libro autobiografico di Padre Antonio Loffredo, la serie ha come protagonista Carmine Recano nella tonaca di Don Giuseppe, affiancato da Nicole Grimaudo, Vincenzo Nemolato, Bianca Nappi, Tony Laudadio, Chiara Celotto, Giovanni Ludeno, Giampiero De Concilio, Rocco Guarino, Ludovica Nasti, Caterina Ferioli, Federico Cautiero, Federico Milanesi, Maurizio Aiello, Fabio Troiano, Marianna Mercurio, Ivan Castiglione.
Don Giuseppe Santoro, un prete visionario dall’animo imprenditoriale, nato con la vocazione di salvare le anime con azioni concrete. Comprende subito che deve cambiare lo sguardo dei ragazzi senza futuro nati e cresciuti nel rione Sanità, avvicinandoli al potere salvifico della bellezza e dell’arte, risorse preziose per una crescita personale e collettiva, per guarire dalle proprie ferite e per risanare l’intero quartiere.
“Interpretare un uomo che ha fatto tanto per la sua comunità e che per questo è stato così amato non è stato semplice – ammette Recano, presentando la serie in Rai con il cast -. Nel mio personaggio convivono delusioni e speranze: per me ha significato restituire dignità a quelle sofferenze e offrire una possibilità di rinascita. La cultura ci rende liberi e ci permette di non subire la realtà. È uno strumento di emancipazione e di riscatto”. L’attore, già protagonista di “Mare Fuori” sostiene che le istituzioni sono fondamentali nei luoghi rassegnati o abbandonati, “perché rappresentano punti di riferimento concreti. Non sono solo costruttrici di sogni, ma di esseri umani.” Nella sua città, vede segnali di cambiamento ma anche molte criticità: “Il disagio dei giovani resta un tema complesso. Spesso nasce all’interno delle famiglie o da modelli sbagliati. Bisogna rimettere al centro scuola, arte e cultura: sono gli unici strumenti che abbiamo per cambiare davvero le cose. È quello che ha fatto il nostro don Giuseppe.”
La serie è ispirata all’omonimo libro che racconta la trasformazione del rione Sanità di Napoli da quartiere malfamato e dimenticato, dove la criminalità ha impedito per decenni un’azione di risanamento sociale, a nuovo polo culturale e turistico, in cui vivere e lavorare è possibile. Il merito è stato di Don Antonio Loffredo, parroco illuminato che ha realizzato il “Miracolo del Rione Sanità”, fondando nel 2006 una cooperativa sociale. A partire da un gruppo di sei giovani volontari nati e cresciuti alla Sanità, Don Antonio ha elaborato un piano per riqualificare spazi abbandonati e dare una concreta opportunità di lavoro nel campo dell’arte, dello sport e della cultura, come alternativa alla criminalità organizzata e al traffico di droga.