Dal 23 gennaio al cinema

Per mettere in scena la sua ennesima commedia e far tornare la voglia di andare al cinema, Paolo Genovese si sdraia sul lettino dello psicoanalista. Il 23 gennaio il regista romano porterà nelle sale con Medusa Tutta colpa di Freud, commedia romantica, con un cast supercollaudato, girato tra Roma e New York.

Visti gli ottimi precedenti, c’è da aspettarsi molto anche da questa storia con protagonista Marco Giallini, psicoanalista divorziato, da anni senza amori, occupato a tempo pieno con le tre giovani figlie rimaste a suo carico, che assediano il suo divano coi loro problemi sentimentali. La prima (Anna Foglietta) è gay, ma decide di diventare etero coinvolgendo il fascinoso Luca (Daniele Liotti); Marta (Vittoria Puccini) fa la libraia e s’invaghisce di un ladruncolo sordomuto (Vinicio Marchioni), melomane bigliettaio di teatro, che ruba libretti di opere liriche per poterne seguire le rappresentazione da dietro le quinte. La più piccola, diciottenne (Laura Adriani), perde la testa per un aitante cinquantenne (Alessandro Gassman), felicemente sposato con una sofisticata donna misteriosa (Claudia Gerini), che ha carpito l’attenzione del solitario psicoanalista. Un gustoso intreccio di storie amorose con un ricco contorno di comprimari del calibro di Maurizio Mattioli, Gianmarco Tognazzi, Giulia Bevilacqua, Edoardo Leo, Dario Bandiera, Paolo Calabresi, Michela Andreozzi, Lucia Ocone, Francesco Apolloni, Alessia Barela, prestatisi amichevolmente a interpretare piccoli ma ben disegnati ruoli.

Sciolto il lungo e fortunato sodalizio con Luca Miniero (col quale ha firmato, tra gli altri, un piccolo capolavoro come Incantesimo Napoletano), il regista quarantesettenne ha proseguito sulla strada della buona commedia all’italiana (Immaturi, Una famiglia perfetta), ingiustamente bistratatta dai Festival ma della cui importanza è profondamente convinto. «È uno dei generi fondamentali per raccontare la vita con ironia e leggerezza ma senza superficialità – spiega durante una pausa delle riprese -. La sua arma è la popolarità, il suo messaggio raggiunge tutti, è un buon modo per affrontare temi importanti, emozionanti, delicati”. È il suo quinto film con Medusa che, spiega l’Ad Giampaolo Letta, gli ha rinnovato la fiducia sborsando con Marco Belardi di Lotus ben 6 milioni di euro per dieci settimane di riprese, tra i quartieri storici di Roma e i più glamour della Grande Mela, tra Manhattan, Brooklyn, i ferryboat per Staten Island.

Incontriamo il cast durante la quarta settimana di riprese, si gira dentro il Teatro dell’Opera di Roma, dove il film avrà una conclusione molto romantica. Qualcuno degli si è affidato davvero alla psicoanalisi, altri no. «Io la faccio da anni, per combattere le crisi di panico» spiega Gassman, idem per la Foglietta. «Se hai tempo e soldi è utile» dice convinta la Gerini, «Io preferisco il ‘fai da te’, mi autogestisco, mi incuriosisce guardarmi dentro» gli fa eco la Puccini. «Un attore è già di per sé uno psicoanalista» taglia corto Marchioni, che ha fatto analisi per un paio d’anni. «Mai fatta – confessa Genovese -, mi affascina l’idea, ma ho paura che scavandomi dentro possa trovarci il nulla!».