Dopo la non positiva esperienza americana di Al, John e Jack il team comico composto da Aldo, Giovanni e Giacomo e il regista Massimo Venier tornano al cinema riappropriandosi di una formula e di un’ambientazione sicuramente più consona ai toni della loro ironia. Con Tu la conosci Claudia scelgono di ripercorrere i passi degli esordi cinematografici per costruire ed interpretare una vicenda che, grazie alle atmosfere e alla struttura del gruppo, si potrebbe collocare ideologicamente a metà fra Tre uomini ed una gamba e Chiedimi se sono felice. A tornare alla ribalta sono naturalmente le tematiche dell’amicizia, dell’unica donna ambita e l’oramai classico elemento del viaggio. Un auticitazionismo che ha preso il posto di quei precisi riferimenti cinematografici utilizzati nel passato. Dunque quella che si va delinenado è una vicenda di semplice quotidianità all’interno della quale pur continuando ad utilizzare il linguaggio che appartiene loro e che meglio li rappresenta, Aldo, Giovanni e Giacomo non riescono a delineare un andamento continuo e costante utilizzando una comicità garbata ed efficace ma non sempre esaltata dalle situazioni e del ritmo.

Terminata, almeno per il momento la collaborazione con Marina Massironi, l’emisfero femminile con il quale i tre uomini si trovano a dover dialogare è rappresentato da una Paola Cortellesi che, nonostante il suo indiscusso senso dell’ironia, si vede in qualche modo costretta a dover smorzare i toni della sua interpretazione, vestendo i panni di una donna insodisfatta ed inquieta coinvolta in tre diverse relazioni che indubbiamente le causano “disordine” mentale. Una visione meno egocentrica dal punto di vista maschile è sicuramente la vera novità di questo film. Un andamento che porta a registrare la partecipazione di molte attrici (Sandra Ceccarelli e la Rossy De Palma di Almodòvar) ed all’esaltazione dell’inaspettata verve comica di Ottavia Piccolo, protagonista di un cammeo destinato a farsi ricordare probabilmente come uno dei momenti più esilaranti. Con questo non si discute la piacevolezza e l’utilità di un film in grado di regalare allo spettatore attimi di spensierata serenità, ma è certo che la scelta di giocare sul sicuro riproducendo schemi ben collaudati potrebbe aver contribuito a togliere, almeno in parte, quel sano rischio capace di rendere “storiche” le gag del trio.

di Tiziana Morganti