Un film scritto in tre settimane, preparato in due, girato in cinque e spalmato da Medusa in ben 350 sale. Non si potevano far attendere oltre le milioni di fan scatenate rimaste mesi incollate alla tv a seguire i tormenti amorosi di Costantino Vitagliano e Daniele Interrante. E proprio per accalappiare questo focoso pubblico in gonnella è stato confezionato su misura questo filmetto che per spessore e sapore rimanda ai “musicarelli” anni ’60 con gli “ye ye” del ciuffuto Little Tony, la sincopata casco d’oro Caterina Caselli urlante “nessuno mi può giudicare…”, l’imberbe soldatino Morandi “in ginocchio da te”. Quarant’anni dopo, come da copione, pullman di ragazzine urlanti scaricate all’anteprima, coi cellulari pronti a scattare foto per poter dire “c’ero anch’io”, libri e foto degli ex “poveri ma belli” per l’agognato autografo. E poi occhi fissi al maxischermo dove i loro idoli si raccontano: due “sciupafemmine” palestrati di periferia pronti a tutto, anche a esser truffati da improbabili e volgari agenti, pur di sfondare nel cinema. Ce la faranno, con tanto di happy end sentimentale. Come ce l’hanno fatta Costantino e Daniele, lontani anni luce dal saper recitare ma già con un film all’occhiello come medaglia d’oro al valor dell’Auditel. Un film da sfornare a tambur battente, prima che l’attenzione si monopolizzasse su nuovi fenomeni da baraccone mediatico partoriti dall’inesauribile mente della coppia Costanzo-De Filippi foriera di ascolti televisi milionari.

E proprio da un’idea di Maurizio Costanzo e dai due milioni di euro messi a disposizione dai produttori Marco Poccioni e Marco Valsania prende vita il film che il regista Ugo Fabrizio Giordani definisce «Molto leggero, ma con molte verità» e che, a suo dire, rievoca il cinema anni ’50 fatto da ragazzi che venivano dalla strada. Giordani esalta a tal punti i suoi pupilli da accostarli alla Loren e a Mastroianni che «Venivano doppiati, e loro no». Sinceri i due protagonisti nell’ammettere le loro a dir poco scarse capacità come attori: «Viviamo in un paese dove non si va avanti per merito ma per popolarità. Su di noi tanto rumore qualunque cosa facciamo» è la filosofia di Daniele mentre Costantino confessa: «Non ho studiato, ringrazio Dio di essere bello». Disarmanti. L’assistente del regista ha spiegato loro come leggere il copione, Daniele, Costantino e la sua fidanzata televisiva Alessandra hanno recitato qualcosa della loro vita, con le loro voci, meno difficile di un qualsiasi altro ruolo. Una folata di professionalità arriva grazie a Ernesto Mahieux nei caricati panni dell’agente truffaldino, da Anna Melato tenerissima complice mamma di Costantino. Alla promettente Jennifer Poli, per accorciar le tappe, non resta che puntare su qualche sgangherato “reality show”.

di Betty Giuliani