L’anteprima del film The President presentato dal regista iraniano Mohsen Makhmalbaf aprirà la 18ª edizione del Tertio Millennio Film Fest, al Cinema Trevi Alberto Sordi di Roma dal 9 al 14 dicembre con ingresso gratuito.
Frontiere. Cercando un’immagine tra due mondi sarà il tema portante della manifestazione (organizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali) e proporrà quindici film che difficilmente arriveranno nelle sale, perché ancora prive di distribuzione o perché escluse dal tradizionale circuito cinematografico italiano.
Tra questi l’anteprima di La teoria del tutto di James Marsh, sulla vita dell’astrofisico Stephen Hawking con Eddie Redmayne, Felicity Jones ed Emily Watson, già dato come papabile agli Oscar; il francese Le dernier coup de marteau alla presenza della regista Alix Delaporte; Court di Chaitanya Tamhane e Sivas di Kaan Mujedi, rispettivamente vincitori del Leone del Futuro e del Premio Speciale della Giuria al Festival di Venezia. E ancora, The Passage, opera prima di Roberto Minervini inedita in Italia; Juaja di Lisandro Alonso con Viggo Mortensen e i documentari, in anteprima esclusiva, Archivio Segreto Vaticano. Un viaggio nella storia di Lucas Duran e Boko Haram , Convertitevi o morite di Riccardo Bicicchi; il capolavoro restaurato di Marco Ferreri L’udienza; il documentario Un albero indiano di Silvio Soldini e Giorgio Garini e La giornata balorda di Mauro Bolognini.
“Le frontiere che attraverso i film della rassegna abbiamo scelto di raccontare – spiega Ivan Maffeis, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e del Tertio Millennio Film Fest – sono frontiere chiuse, come quelle imposte dalla dittatura; frontiere smarrite negli ingranaggi della burocrazia che, dopo aver illuso, inibisce ogni desiderio d’incontro; frontiere problematiche quanto la crisi finanziaria; frontiere violente che calpestano gli affetti più sacri e costringono alla fuga. E le frontiere che condannano intere minoranze all’emarginazione o quelle del potere giudiziario che, a prescindere da torti e ragioni, rende tutti vittime; frontiere ferite, che alzano rughe e cicatrici e isolano nell’amarezza e nel risentimento. L’intento con cui le proponiamo è quello di chi non s’arrende a considerarle barriere insormontabili”.
“Nessuna frontiera, politica, religiosa, culturale, deve essere insormontabile – sottolinea Mons.Carlos Alberto de Pinho Moreira Azevedo, Delegato del Pontificio Consiglio della Cultura -. Si ergono più massicce e impenetrabili ma non impediscono le migrazioni”. Per Mons. Giuseppe Scotti, Delegato del Pontificio consiglio delle Comunicazioni sociali “la sfida è entrare in sintonia con la cultura del dialogo, dell’incontro, curare le ferite” .
Il Premio rivelazione dell’anno è per la giovane Maria Roveran, per la sua intensa interpretazione del film Piccola Patria di Alessandro Rossetto. “Il mio percorso è stato segnato da incontri anche socialmente al limite e da frontiere che mi hanno permesso di interpretare il film – spiega l’attrice -. Oggi le frontiere sono mentali, del cuore, si parla tanto di crisi economica ma la più grave è la crisi umana”.