Il rapporto tra un romanzo e la vita reale del suo autore può evolversi talvolta in modo paradossale ed irreversibile. È quello che accade allo scrittore Daniel Boltansky (Daniel Auteil) nel film Sotto falso nome, scritto e diretto da Roberto Andò, in uscita in centoventi sale italiane. Boltansky ha una doppia vita: sotto il “falso nome” di Serge Novak da vent’anni continua a pubblicare bestseller. Nel privato vive in una bella casa sul lago di Ginevra con la moglie Nicoletta (Greta Scacchi), e il figlio di quest’ultima, Fabrizio (Giorgio Lupano). Gestire le due identità è possibile grazie all’ aiuto dello spregiudicato agente letterario David Ginsberg (Micheal Lonsdale). Tutto procede per il meglio fino a quando il figliastro sposa la bellissima e sconosciuta Mila (Anna Mouglalis), al cui fascino lo scrittore, che ha una passione per le donne giovanissime, non riesce a resistere. Una debolezza che gli sarà fatale perché riaprirà la porta su un passato dimenticato, su un segreto che diventerà oggetto di un ricatto. Ma chi lo ricatterà? E chi è Mila in realtà? Il film ruota tutto intorno a questo mistero. Svelarlo significa per il protagonista assecondare la trappola che gli è stata tesa e lasciarsi andare al richiamo del passato. Peccato che il regista, autore della sceneggiatura insieme a Salvatore Marcarelli, in alcuni punti (in particolare alla fine del film) non riesca a seguire con chiarezza questo percorso della memoria e a tratti racconti la storia con maldestra confusione, non accettabile in un thriller. Andò, ormai sperimentato regista teatrale, ottiene invece risultati più convincenti nella costruzione dei personaggi e nel rapporto con gli attori. Lo dimostra il fatto che nel film, nonostante la mancanza di chiarezza di alcuni accadimenti, i personaggi sono molto ben delineati. Il merito va naturalmente anche alla bravura degli interpreti. Greta Scacchi è superba nel ruolo della moglie elegante e misurata, che esprime con dignità la rabbia per la scoperta del tradimento pur senza nascondere la profondità della ferita apertasi. Il personaggio di Boltansky, vittima della sua incapacità di gestire gli eventi, è stato pensato e scritto su misura per Daniel Auteil che lo incarna con naturalezza, aiutato da un volto espressivo ed uno sguardo che gli permettono di calarsi nel ruolo senza troppe parole. Anna Mouglalis con la sua espressione algida, ereditata dalla precedente esperienza professionale di modella, è particolarmente adatta alla parte di Mila. Una menzione speciale meritano le belle musiche di Ludovico Einaudi e la fotografia di Maurizio Calvesi.

di Patrizia Notarnicola