Un’America quanto mai minata nelle sue fondamenta ideologiche percepisce l’importanza del ‘divertissement’ espresso dalle favole a lieto fine, ma nel recuperare un genere tanto caro ad Hollywood e portato in auge da due miti come Audrey Hepburn e Marilyn Monroe, ci si accorge anche che qualcosa è cambiato. La principessa prende oggi consapevolezza del suo ruolo ed è forte, dinamica, decisa ed arrivista. Il lui della situazione, di conseguenza, non può che adeguarsi alla perentorietà della cacciatrice che decide se e quando conquistarlo. Questo sequel di Princess Diaries del 2001 (in Italia uscito con il titolo Pretty Princess), narra l’insediamento della principessa Mia sul trono del regno immaginario simil-monegasco di Genovia. Secondo le consuetudini del regno tuttavia, non ci può essere una sovrana single: Mia deve dunque trovarsi un marito ed ha molto poco tempo per farlo. Attraverso una selezione alla Mission: Impossibile, il computer emette il suo verdetto: l’uomo perfetto è Andrew Jacoby, un ragazzo bello, intelligente, dal fisico atletico, un pilota ed un perfetto gentleman. Peccato che le mire di Mia siano altre, incarnate in un volto e un nome, Nicholas Devereaux.

Secondo il sociologo David Raindorf la nuova ondata di film romantici non può che andare incontro alle necessità della società post-femminista: «Le ragazze di oggi sono troppo indipendenti, ambiziose ed emancipate per sedersi a sognare il principe azzurro che un giorno le verrà a prendere». La Julia Stiles di Un principe tutto mio, non scopre solo l’amore incontrando l’erede al trono di Danimarca, ma si rende conto anche delle pesanti responsabilità che sottendono al ruolo di moglie di un monarca e, nell’accettarle con adulta consapevolezza, oltretutto non rinuncia alla sua carriera universitaria. Principe azzurro cercasi in America ha incassato più del doppio di quanto è costato, segno che il messaggio è arrivato: la Hathaway confessa di aver ricevuto molte lettere di ringraziamento per la sua rappresentazione così moderna e divertente. Del resto il film si avvale di due specialisti del genere: l’attrice Anne Hathaway è al suo terzo ruolo da principessa dopo Ella Enchanted ed il primo Princess Diaries ed il regista Garry Marshall, chiamato a dirigere tutti e due gli episodi della principessa Mia Thermopolis ha ricevuto a suo tempo graditi elogi per aver diretto Pretty Woman. Curioso che proprio a distanza di una settimana il circuito italiano offra un altro esempio un po’ meno riuscito del punto di vista filmico del cinema tutto al femminile di Marshall in Quando meno te lo aspetti, con tutt’altre pretese per altro a nostro avviso fallite. Comunque ai dolci sorrisi di Anne Hathaway, Kate Hudson, Diane Keaton o Michelle Pfeiffer è difficile dire di no, e Marshall lo sa benissimo.

di Alessio Sperati