Basta mettere insieme la personalità complessa e tormentata di un giovane e straordinariamente talentuoso musicista con le pagine di un libro a firma del primo cittadino di Roma per scatenare una artistica reazione a catena. Questo in breve quanto è accaduto. Il percorso professionale e personale di Luca Flores, morto suicida nel 1995, ha ispirato le pagine di Il disco del mondo – Vita breve di Luca Flores musicista di Walter Veltroni, che a sua volta ha scatenato nel regista Riccardo Milanil’esigenza di tradurre le parole in immagini. Se poi a questo si aggiunge la capacità di attirare a se un cast formato da Michele Placido, Paola Cortellesi, Jasmine Trinca e Kim Rossi Stuart si comincia veramente a sperare in un opera dal respiro profondo arricchita da una colonna sonora d’eccezione con un sound che unisce il jazz a musicalità di maggiore accompagnamento narrativo. Aspettative che Piano, solo, nelle sale dal 21 settembre, soddisfa solamente in parte. Se da una parte c’è tutta la profondità di un animo complesso e sconvolto compreso perfettamente da un Rossi Stuart ancora una volta puntuale, misurato e privo di inutili fronzoli interpretativi, dall’altro si contrappone una regia che, condotta attraverso i canoni più classici della tradizione, stempera e diluisce fin troppo il percorso drammatico. Milani sceglie di rappresentare i percorsi di una mente e di una vita eccezionale attraverso un andamento costante privo di sorprese ed innovazioni. Al linguaggio libero e sempre estemporaneo del jazz contrappone una formula cinematografica tutt’altro che moderna.“ Volevo raccontare la storia di un ragazzo comune con dei tratti eccezionali – esordisce – Un uomo che in definitiva non aveva alcuna voglia di apparire nonostante il suo talento e che non ha lottato per emergere nel mondo della musica. Per questo motivo ho pensato che il linguaggio usato fosse quello più idoneo e poi non credo che la vera modernità risieda nella forma utilizzata.” Ma al centro dell’intera vicenda si colloca proprio l’anima complessa e tormentata di Luca Flores che, nonostante la sua propensione naturale ed istintiva per la musica, non riesce a trarre forza dallo strumento ed esce sconfitto dalla lotta con i fantasmi del suo passato.

Traumatizzato dalla morte precoce della madre di cui si riterrà sempre responsabile, vittima della disgregazione temporanea della famiglia, finirà schiacciato dalla sua stessa sensibilità, dalle ombre scure che minacciano la serenità di una vita normale passando per il calvario delle cure psichiatriche e dell’elettroschok. Schivo, protetto ed allo stesso tempo indebolito dall’esigenza della sua musica, si ucciderà prima dei quarant’anni dopo aver solo sfiorato un successo che si faceva troppo attendere. “ Ho avuto a mia disposizione un materiale umano molto forte che bisognava semplicemente accogliere nell’anima. – dichiara Kim Rossi Stuart – Ho potuto fare affidamento su un numero incredibile di lettere, tutte quelle scritte alla sua famiglia, e video in cui erano stati filmati gli anni sereni dell’infanzia in Kenya prima della morte della madre. Ma più di ogni altra cosa volevo raggiungere una credibilità nella tecnica al pianoforte ed è per questo che ho trascorso più di un mese praticamente attaccato ai tasti.” Partiti dalle pagine del libro, gli sceneggiatori Ivan Cotroneo, Claudio Piersanti e Sandro Petraglia per percorrere altre strade hanno goduto del particolare appoggio dell’intera famiglia di Flores che ha aperto loro le porte di un dolore ancora molto vivo. Così il rapporto personale con Barbara Flores, sorella di Luca, ha sostenuto emotivamente Paola Cortellesi nella comprensione della sua interpretazione, mentre l’ex fidanzata Cinzia ha offerto a Jasmine Trinca una visione privata dell’uomo e del loro rapporto tanto da liberarla da alcuni freni espressivi. Se a tutto questo si aggiunge poi la libera consultazione di cartelle cliniche, lettere private e registrazioni si comprende la totale disponibilità di un nucleo famigliare che, probabilmente, attraverso questa rappresentazione cinematografica cerca ancora oggi risposte alle troppe domande lasciate in sospeso dalla morte di Luca.

di Tiziana Morganti