78 film, di cui 51 anteprime italiane, europee ed internazionali, accompagnati da prestigiosi ospiti per raccontare attraverso il cinema l’evoluzione artistica e sociale di un’area geografica su cui sono puntati gli occhi del mondo. E’ il programma della XXI edizione del MedFilm Festival che torna a Roma dal 6 al 13 novembre al Cinema Savoy e al Macro.
Un ricco cartellone di lungometraggi, corti e documentari con incontri di approfondimento, libri ed eventi speciali, che propone in apertura il film in concorso Mediterranea di Jonas Carpignano; Mustang di Deniz Gamze Ergüven sulla condizione femminile in Turchia e The Lesson di Kristina Grozeva e Petar Valchanov sull’adolescenza, l’identità e il ruolo della scuola.

Tra gli eventi di spicco il focus sulla serialità televisiva israeliana, che vedrà ospite il produttore e regista Hagai Levi, creatore di In Treatment e The Affair, con in anteprima internazionale la puntata pilota della miniserie The Accursed, docu-drama che racconta quattro personalità storiche della cultura israeliana, in bilico tra genialità e follia.
Tra i 13 film della sezione  Perle: alla scoperta del nuovo cinema italiano Alicudi nel vento di Aurelio Grimaldi; Gesù è morto per i peccati degli altri di Maria Arena che ci conduce nei vicoli di Catania, tra prostitute filosofe e trans in declino. Lampedusa, diretto dal duo Mangiarotti/Fomeo sui migranti, storie di mare che non conoscono confini. Napolislam di Ernesto Pagano, una Napoli inedita che un bel giorno si sveglia e si scopre islamica. Al surrealismo e al luogo intimo dei sogni guarda invece N-Capace della geniale Eleonora Danco. E ancora, i documentari Lupen. Romanzo di un ladro reale di Valerio Burli e Fiori di fuoco di Riccardo Cannella prodotti dal Centro Sperimentale di Cinematografia nel 2015.

Una vetrina speciale è dedicata alla Siria con Home di Rafat Alzakout, toccante documentario su una compagnia di artisti esiliati; Torn di Alessandro Gassman; Silvered Water – Syria Autoportrait di Ossama Mohammed e Wiam Simav-Bedirxan, The Immortal Sergeant di Ziad Kalthoum  accompagnati dal dibattito Siria: Il cinema tra le macerie del presente.
Da segnalare Story of Judas del franco-algerino Rabah Ameur-Zaimeche racconta di Gesù e della sua passione attraverso il punto di vista di Giuda. Il thriller egiziano El Ott di Ibrahim El-Batout trova nel culto del corpo il controcampo speculare alla barbarie del commercio clandestino di organi. And the Living is Easy di Lamia Joreige sul passaggio cruciale della primavera araba del 2011. Il tunisino Bidoun 2 di Jilani Saadi ambientato alla vigilia delle prime elezioni democratiche post-rivoluzione.

Le incognite del viaggio sono al centro dell’iraniano Impermanent di Amir Aziz. Il turco Until I Lose My Breath di Emine Emel Balci su una giovane operaria tessile che si trasforma da vittima in carnefice. E ancora, Parisienne di Danielle Arbid e la commedia palestinese Love, Theft and Other Entanglements di Muayad Alayan.
Negli undici documentari in concorso, passato, presente e (incerto) futuro si intrecciano senza requie in un’area mediterranea che si allarga fino all’Africa sahariana e al Medio Oriente, senza tralasciare l’interno della penisola balcanica. I venti cortometraggi in concorso sono tutti aggrappati a un’idea di futuro che vuole rimettere al centro la natura e l’umana compassione.
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