Finalmente la CDI di Giovanni di Clemente riesce a distribuire questo film promesso da mesi e invitato a tutti i festival del mondo. È dai tempi di Stand By Me di Rainer che il cinema ci ha abituato a pensare che un gruppo di minorenni e un paesaggio rurale siano la premessa per qualcosa di criminoso e altamente drammatico. Mean Creek non tradisce le attese, offrendo il poliedrico sguardo ancora non ben definito di un gruppo di adolescenti dell’Oregon, tra cui c’è Sam (Rory Culkin) sempre oggetto di scherno da parte del corpulento George (Josh Peck) che ama immortalare le sue violenze con la telecamera, raddoppiando la sofferenza del piccolo e minuto Sam. Il ragazzo, per prendere la sua rivincita, organizza una spedizione punitiva attirando il suo carnefice con la scusa di una festa di compleanno.

Durante il viaggio però i ragazzi si rendono conto che il bullo George altro non è che un ragazzo malato di solitudine la cui unica aspirazione è avere un gruppo di amici come quello che crede di aver trovato. Eppure la tragedia è dietro l’angolo. Mean Creek è frutto dell’esordiente Jacob Aaron Estes, diplomato all’American Film Institute, ed è stato già apprezzato al Sundance del 2004, prima che al Festival di Cannes dello stesso anno. Tra i suoi punti di forza un cast giovanile ma azzeccatissimo, una suspence in accelerazione progressiva e una chiave di lettura delle indecisioni di un gruppo di adolescenti inquieti, proposta senza retorica ma con un sempre presente coinvolgimento emotivo.

di Alessio Sperati