Ecco un altro prodotto low-budget difficilmente piazzabile anche nel mercato “home”, figuriamoci al cinema. Difficile classificarlo come horror visto che Dead Doll fa più ridere che spaventare, lo consideriamo un tentativo d’esordio per un regista / autore alle prime armi, come si dimostra Adam Sherman. Brian Riley (Goran Dukic) è un eccentrico e alquanto sadico scultore e la sua ultima opera ha per ingrediente principale la sua ragazza (Romi Kock), strangolata per aver detto la fatidica frase «Io ti lascio» e messa in un involucro che ne conserva il corpo e in qualche modo anche l’anima. Dopo venti minuti di buon intrattenimento, con il delitto iniziale e l’inizio del cerchio di morte che la “bambola” lascerà dietro di sé, il film prende una piega all’insegna della ripetitività e della perdita di interesse per il pubblico. Gli spunti iniziali non vengono in nessun modo sviluppati e in più tratti, nonostante la presenza di scene “gore”, l’horror lascia il posto alla dark comedy. Di curioso, e a volte ridicolo, c’è che ogni persona che entra in possesso della bambola non ne fa un uso sessuale, ma le attribuisce una personalità, la immagina viva e vegeta accanto a sé nel ruolo di partner e la bambola a tutti gli effetti lo diventa, con sempre nuove e risibili interpretazioni dell’attrice Romi Koch, fin quando la creatura non decide di cambiare proprietario, uccidendo l’attuale in modo sempre più truce. Il film di Adam Sherman manca di inventiva, di originalità e di coinvolgimento e tutto si muove all’insegna della ripetitività, ad iniziare dai passaggi di mano della bambola, per terminare con una colonna sonora a base di violini decisamente fuori luogo e alla lunga stancante. Da evitare.

di Alessio Sperati