La famiglia Tognazzi & Izzo presenta il loro ultimo film Io no, liberamente tratto dal romanzo omonimo di Lorenzo Licalzi vincitore del Premio Marisa Rusconi come miglior romanzo d’esordio. Un viaggio nella “fratellitudine” come afferma Ricky Tognazzi co-regista e co-sceneggiatore del film insieme a Simona Izzo: sentimento ben conosciuto dai due registi provenienti da esperienze di famiglie allargate (e famose) che mettono in scena con un tono comico e a volte drammatico. Questo viaggio viene raccontato attraverso i quattro punti di vista (diversissimi) dei quattro protagonisti: Flavio (Gian Marco Tognazzi) quarantenne solido, ricco e affermato negli affari e felice della sua famiglia; Francesco (Francesco Venditti) trentenne allo sbando – “ogni passo fatto è un passo perduto” ripete Francesco nel film – disoccupato, con la passione per la filosofia, moderno bohemienne che si diverte a deridere i rituali della sua famiglia borghese, fatta di cene in ristoranti lussuosi e di abiti griffati; Laura (Ines Sastre) donna elegante perfettamente inserita nel contesto borghese milanese offertole dal marito; e infine Elisa (Myriam Catania) ballerina dallo sguardo trasognato e disincantato. Unite questi personaggi e avrete una miscela esplosiva fatta di gag umoristiche ed esilaranti, grazie al talento recitativo (riconfermato) di Gianmarco Tognazzi e dal bravissimo Francesco Venditti che rendono le sequenze comiche di gran lunga migliori di quelle drammatiche che a volte scadono nel melodramma e nel patetico. Il fulcro narrativo da cui si snoda l’intreccio della storia è la cena al ristorante, quando i quattro protagonisti confessano le loro fragilità emotive e dove viene rotta l’illusione del perfetto menage borghese e lo spettatore viene a conoscenza della storia d’amore tra Flavio ed Elisa, dell’amore di Laura per Francesco e dell’amore nascente tra Francesco ed Elisa. La storia viene mostrata ogni volta dal punto di vista dei protagonisti, meccanismo che permette ai registi un racconto non lineare, frammentato che si incastra con la divisione in capitoli dell’intera vicenda. Dunque, quattro voci narranti e quattro tipi di amore attraverso registri stilistico-narrativi differenti: il tono leggero della commedia, l’ironia della farsa, il melodramma e il dramma finale. “Io no” il grido di Francesco di ribellione e di fuga dalle responsabilità alla fine si sconterà con la vita, con l’amore per la moglie e la figlia e con la disperazione del dolore.

di Natalia Sangiorgi