Che siano veri o riprodotti attraverso la tecnica del motion captur, sembra che i pinguini siano diventati tra gli animali più di moda sul grande schermo. Dal 1964, anno in cui in Mary Poppins ballavano in coppia con Dick Van Dyke, ne hanno fatta di strada. Oggi, dopo La marcia dei pinguini ( 2005), tornano sullo schermo con una storia a metà tra musical, commedia ed animazione, vincendo nel primo fine settimana ai botteghini americani niente meno che su James Bond. Detto questo, si potrebbe anche precisare che Happy Feet soffra un pò per una lunghezza non necessaria e per una dose eccessiva di buoni sentimenti ed ottimismo, ma è impossibile non rimanere conquistati dal ritmo e dalla musicalità di un prodotto che porta la firma di grandi esperti del settore. Per mettere in scena le avventure di Mambo, pinguino imperatore stonato in un gruppo di cantanti provetti ma con un incredibile amore per la danza, non sono state messe in atto solamente tutte le attuali capacità e conoscenze in campo d’animazione ( i fondali appaiono particolarmente realistici e tangibili), ma è stata chiamata una squadra di esperti musicisti per intessere una colonna sonora indimenticabile e travolgente.

Il compositore John Powell, autore delle colonne sonore di ben 33 film tra cui le animazioni Z Laformica e L’era Glaciale 2 si è occupato di amministrare e fondere in un insieme melodioso generi assolutamente diversi tra loro. Ed è così che Happy Feet, scritto, diretto e prodotto da George Miller, si trasforma in un vero e proprio musical, affidando il suo successo a motivi che fanno oramai parte della storia della musica, interpretati tutti da star hollywoodiane. Merito del doppiaggio italiano è stato quello di lasciare invariata proprio la parte musicale, evitando qualsiasi traduzione dei testi. In questo modo, tra una disavventura e l’altra di Mambo, e possibile lasciarsi coinvolgere da un My Way, cantata da Sinatra in spagnolo, Kiss di Prince ( fino all’ultimo non aveva rilasciato il permesso per la riproduzione, ma dopo il primo montaggio è rimasto conquistato tanto da aver composto un brano originale ), senza dimenticare un Robin Williams, impegnato a dar vita ad un pinguino dal ritmo latinoamericano e Brittany Marphy, che si esibisce in assoli inaspettati. Ma lo spettacolo non finisce qui. I nostri pinguini non solo cantano, ma ballano per cui inevitabile è stata la necesità di ricorrere ai consigli di coreografi e ballerini. Il motiom captur ha permesso che tecnicamente questo fosse riproducibile, ma anche grazie al talento artistico di Savion Glover ( sua è la coreografia del tip tap) e dei ballerini di Kelley Abbey è stato possibile portare sulla scena questo inatteso musical dei ghiacci.

di Tiziana Morganti