Dopo mille traversie, è proprio il caso di dirlo, Fate come noi uscirà nelle sale italiane con un’operazione commerciale coraggiosa per un film “anarchico, indipendente” come lo ha definito il giovane regista romano Francesco Apolloni al suo secondo lungometraggio dopo La verità vi prego sull’amore e con alle spalle una lunga carriera di scrittore teatrale e autore di cortometraggi premiati alla rassegna “Sacher Festival” di Nanni Moretti. Dunque “il miracolo” si è avverato come ha scherzosamente affermato in conferenza stampa Richy Tognazzi (che partecipa al film con un piccolo cammeo) dopo quattro anni di ricerca affannosa di un “illuminato” distributore. Fate come noi è interamente dedicato all’attrice Pupella Maggio, scomparsa nel 1999, magistrale interprete di Giustina la protagonista del primo episodio del film, che si aggira tra le strade deserte e assolate di Roma alla vigilia di ferragosto: una donna vecchia e sola che ha come unico desiderio di rivedere suo nipote, dimentico delle premure che la vecchia nonna gli aveva donato da bambino. Ed è proprio il dono il fulcro attorno a cui si snodano le vicende dei protagonisti: Pechino/Mauro Meconi, Bove/Francesco Venditti, Livia/Arianne Turchi e Giordana/Agnese Nano durante i due giorni più esagitati dell’anno: la vigilia di ferragosto e la vigilia di Natale.

Lontani per estrazione culturale e sociale, il regista gioca nel mostrarci alternativamente spazi e luoghi diversissimi di Roma, dalle bellezze degli appartamenti lussuosi e dei monumenti del centro storico alla periferia più degradata (scene girate interamente nel quartiere periferico di Torbellamonaca) i protagonisti si incontreranno come per magia (o è tutta colpa delle “fate”?) in questi due momenti di festa ma anche di profonda solitudine con un epilogo felice: Pechino renderà contenta la vecchia Giustina facendole credere di essere suo nipote e avendo in cambio i soldi per raggiungere l’amico a Rimini; mentre nel secondo episodio Bove aiuterà la giovane ed eccentrica Giordana, tradita dal marito, a sorridere un po’ e a ritrovare la piccola figlia Livia scappata di casa e travolta in vicende comiche e un po’ pericolose con Pechino. Una commedia dolce-amara sull’importanza della disponibilità semplice e sincera nei confronti degli, un film girato bene e interpretato da bravi attori, premiato dalla stampa estera con il Globo d’Oro 2003 e presentato al Giffoni Film Festival nella sezione Finestra sul cortile. L’uscita al Warner è in concomitanza con il film di Quentin Tarantino Kill Bill vol.2 e scherzosamente Apolloni ha affermato: «magari chi non trova il biglietto per Tarantino verrà a vedere il mio film!». Allora in bocca al lupo.

di Natalia Sangiorgi