Anche i più piccoli eventi possono influenzare ciò che diventeremo. Gli affetti e le relazioni che costruiamo possono superare il tempo, le distanze e perfino la morte. Di questo parla Noi, il family drama in sei puntate diretto da Luca Ribuoli, interpretato da Lino Guanciale e Aurora Ruffino, in onda da domenica 6 marzo su Rai 1. La serie, prodotta da Cattleya con Rai Fiction, è tratta dalla fortunata fiction statunitense This is Us ma rielaborata per il pubblico italiano da una squadra di sceneggiatori capitanata da Sandro Petraglia, che l’ha trasformata nella storia della famiglia Peirò dagli ‘80 fino ai nostri giorni, in cerca della strada verso la felicità. Una famiglia umile, con tre gemelli. Un padre virile e premuroso ma anche fragile e insicuro, che chiude in un cassetto i suoi sogni per costruirne uno più grande insieme ai suoi cari. Una madre dalla forza conquistata sul campo, con al primo posto i figli, con i loro bisogni, che talvolta vincono sui suoi desideri e le sue ambizioni. Tutto si rompe e tutto si aggiusta, per amore, il collante di tutto. I figli, cresciuti in quell’amore, si troveranno ad affrontare un lutto che li condizionerà per tutta la vita, rendendoli fragili.

“È una storia di coraggio, del coraggio di guardare in faccia le proprie verità e di misurarle con gli altri – spiega il regista, presentando la serie online con il cast -. Quando ho provato le scene con gli attori italiani ho avuto la conferma che la lingua dei sentimenti del racconto americano era uguale alla nostra, bisognava solo calarsi nel pozzo profondo delle emozioni. Raccontiamo l’Italia dagli anni ‘80 ad oggi, descrivendo un mondo che si trasforma attraverso l’intimità dei personaggi. Un racconto interiore, per una prima serata che vuole colpire al cuore”.

“Sono stato abitato dallo spirito genitoriale, cercavo un manuale per imparare a esserlo ma non l’ho trovato – commenta ironico Guanciale -Interpreto il padre che tutti vorremmo essere e avere, un archetipo di positività, ma un po’ difettosa. Il racconto sfugge al tranello di far credere che l’amore assicuri la felicità. Sono cresciuto tra regole rigide e valori forti, qui ai figli ci si avvicina con l’istinto”.
“A trentatré anni ho voglia di crearmi una famiglia ma girando questa serie ho avuto un rifiuto della maternità, mi faceva paura – confida Ruffino -. Poi il desiderio è riaffiorato più forte, vivere questa trasformazione come donna mi ha fatta crescere. Per me  famiglia vuol dire restare uniti malgrado tutto, accettare problemi, difficoltà, prove, senza perdersi, restare e non fuggire, trovare insieme soluzioni”.