Che cosa ci succede quando la persona che amiamo ci dice non ti amo più? E’ capitato a tutti almeno una volta nella vita. Anche al regista Alessandro Genovesi che lo fa raccontare in forma comica a Fabio De Luigi,   protagonista con Anita Caprioli della commedia romantica Ridatemi mia moglie, che inaugura Sky Serie il 13 e 20 settembre. La miniserie in due parti, ben interpretata tra gli altri da Carla Signoris, Diego Abatantuono, Diana Del Bufalo, Alessandro Betti, prende spunto dalla quasi omonima serie inglese trasformata da Genovesi in una commedia che come una sorta di puzzle compone e scompone la bislacca storia d’amore  tra Giovanni (De Luigi) e Chiara (Caprioli).

I due stanno insieme da anni, il loro rapporto è ormai logoro ma sembra che solo lei se ne accorga. Chiara vuole altro e ha deciso di lasciare il marito con una lettera, che scrive e riscrive ma che poi decide di gettare via. Fa quindi le valige e si allontana da casa. Ignaro di tutto, Giovanni le sta preparando una festa di compleanno a sorpresa: proprio quel giorno, infatti, Chiara compie 40 anni. Mentre si attende la festeggiata, dentro un cestino viene ritrovata per caso la lettera. Il povero Giovanni apprende così le intenzioni della moglie e sentendosi solo e abbandonato comincia a pensare a cosa sia andato storto nella sua vita, ma soprattutto a come fare per poter riavere indietro sua moglie.

Gli autori hanno tentato (invano) di dare alla commedia il sapore ironico che ha reso famose nel genere Woody Allen, con personaggi che faticano a evolversi, a migliorare. E  in questo chi meglio di De Luigi che sembra essersi ormai cucita addosso la maschera dello stralunato, immaturo anche se ormai attempato signore. Puntano su sentimenti semplici, ma un po’ logori, come le gag tra gli insofferenti genitori di lei (bravissimi Abatantuono e Signoris) le ingerenze delle sorelle, gli escamotage del collega amico truffaldino di lui che approfitta della situazione per adescare facilmente fanciulle compiacenti. Tutto già visto e l’ironia soffocata dalla racconto, troppo lento e monotono.