Che amasse utilizzare la macchina cinematografica come mezzo per raccontare la sua particolare visione della realtà non è una novità, ma di certo, nonostante i già coraggiosi Nato il 4 luglioPlatoon e JFK, Oliver Stone non si era mai spinto così oltre come nel decidere di mostrare il baluardo anti-americano per eccellenza, la spina nel fianco di qualsiasi presidente degli Stati Uniti attraverso il volto invecchiato, ma pur sempre carismatico di Fidel Castro. Il documentario Comandante è il frutto di ben 30 ore di conversazione con il leader della rivoluzione cubana, una chiacchierata lungo la quale si sfiora la storia del passato (Kennedy e la Baia dei Porci, Krusciov, Nixon e la rivoluzione stessa) per soffermarsi con rimpianto sulla figura idealista e complessa del compagno Guevara e per riflettere sulle condizioni raggiunte da Cuba in più di quarant’anni di assoluto dominio da parte di Castro (ad esempio prima della rivoluzione solo il 10% della popolazione poteva vantare una certa cultura, mentre ora l’analfabetizzazione è praticamente scomparsa e Cuba vanta una delle migliori facoltà di medicina). Lungi dal voler realizzare un’intervista dalle caratteristiche strettamente giornalistiche e dai contenuti puramente politici, Stone sembra privilegiare il tratto umano, cercando d’individuare nelle lucide ed esaurienti risposte l’essere umano nascosto dietro la divisa.

Il risultato è un ritratto piuttosto esauriente e completo di un uomo di 78 anni che, pur mostrando sul volto e sul corpo i segni dell’età, continua a camminare con passo sicuro e cadenzato, portando con sé il segreto del suo successo. «Io non credo nell’imposizione, ma nella persuasione», confida Castro al suo interlocutore. «Non ho mai amato molto dare degli ordini, mentre ho sempre preferito convivere, persuadere». Ecco il segreto o il talento del comandante. Nonostante tutti i lati oscuri che la sua dittatura porta con sé, i problemi sui diritti civili e la libertà di stampa, la simpatia che mostra verso Stone unita al suo carisma e la sua manifesta intelligenza, conduce lo spettatore a provare una sorta di naturale e spontanea simpatia per l’uomo che, pur ammettendo di aver compiuto degli errori, non rinnega mai se stesso e ti persuade alla sua causa. Dunque un prodotto accattivante e coinvolgente che, però rimane forse relativamente incompleto a causa di una certa assenza da parte di Oliver Stone. La non esistenza di una vera e propria contrapposizione mentale ed indagatoria che si è materializzata nello sfiorare, senza mai approfondire, problematiche di grande interesse umano e sociale. Un giudizio, questo, che potrebbe mutare, probabilmente, grazie alla visione delle immagini girate da Stone durante un secondo incontro con Castro all’indomani dell’esecuzioni di alcune condanne a morte. Un confronto che ha scaturito delle dichiarazioni più dure da parte del leader cubano e che verrà distribuito solo ed esclusivamente in DVD.

di Tiziana Morganti