Una scatenata, esilarante, coloratissima Margot Robbie torna a vestire i panni di Harley Quinn nell’imperdibile cinecomic tutto al femminile Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn). L’ottavo titolo del DC Extended Universe, diretto da Cathy Yan, (prodotto dalla Robbie con Bryan Unkeless e Sue Kroll), nelle sale dal 6 febbraio con Warner Bros., è frenetico, divertente, ricco di effetti speciali. Al centro la furibonda lotta di Harley contro Black Mask, il malvagio narcisista boss criminale Roman Sionis (Ewan McGregor) e il suo zelante, viscido e spietato braccio destro Zsasz (Chris Messina), scatenata tra le strade di Gotham City. Al suo fianco la Cacciatrice (Mary Elizabeth Winstead ), Black Canary (Jurnee Smollett-Bell), la poliziotta frustrata Montoya (Rosie Perez) e la giovane manolesta Cassandra Cain (la strepitosa Ella Jay Basco al suo esordio sul grande schermo).  

Indifesa e fuori di testa dopo l’abbandono dell’amato perfido Joker, sventolando i due codini multicolori che le incorniciano il volto solare e sbarazzino, Harley racconta a modo suo l’accaduto, lanciandosi in azioni rocambolesche per togliere dalle grinfie dei malavitosi la ragazzina ladruncola he ha trafugato un enorme diamante e per questo è braccata da Sionis che la vuola morta. Due ore di azioni mozzafiato, violente come in ogni amato videogioco, condite da parecchie risate, con vittime scuoiate a testa in giù, inseguimenti, sparatorie, vigliacchi voltafaccia, che vedranno le quattro donne amiche-nemiche unite in difesa della all’ apparenza più debole.

“La cosa più eccitante per un attore è avere una varietà di scelte per il proprio personaggio, e nell’ interpretazione di Harley Quinn si può fare qualsiasi cosa – racconta Robbie -. Con alcuni ruoli si possono avere al massimo un paio di possibilità ma con Harley ne hai più o meno venti e ognuna ha un senso per il personaggio. È una sensazione davvero liberatoria e creativamente stimolante. Sapevo di non esser assolutamente pronta a smettere di interpretarla, perché c’era ancora così tanto da scoprire ed esplorare sullo schermo”.

Voleva vedere come sarebbe stata Harley senza che qualcuno si prendesse cura di lei. “Essere un membro di un gruppo di ragazze che fanno tutto insieme ha sempre fatto parte della mia vita. Siamo un miscuglio di varie personalità – spiega – ma ci vogliamo bene nonostante le nostre diversità. Questo è ciò che mi ha spinto a sviluppare una storia per Harley con le Birds of Prey, per formare un gruppo unico di donne che si completano a vicenda, soprattutto nei loro stili di combattimento. Insieme, compongono tutti i pezzi del puzzle”.