La musica jazz è il filo conduttore del film Futura, sul controverso rapporto padri-figli, di Lamberto Sanfelice, con Niels Schneider,  la cantante lirica cilena Daniela Vega , Matilde Gioli,la giovanissima Aurora Onofri e i musicisti Stefano Di Battista (sax), Olivia Trummer (piano), Daniele Sorrentino (contrabbasso), Gino Del Prete (batteria),nelle sale dal 17 giugno con Adler Entertainment.
Fare scelte diverse da quelle del padre musicista di successo, trovare la propria strada e nuove possibilità di vita è il tormento di Louis , un jazzista che ha rinunciato alla musica dopo essersi scontrato con le prime difficoltà della vita da trombettista. Sbarca il lunario lavorando come tassista notturno e spacciando cocaina con Lucya, una transessuale cilena. Il senso di frustrazione per un’esistenza che sente non appartenergli e una relazione irrisolta con la figura paterna, il mitico sassofonista Max Perri (ispirato alla figura del grande  Massimo Urbani), allontanano ulteriormente Louis da sua moglie e sua figlia. L’opportunità di redenzione arriva quando si unisce a una band per un concerto che   potrebbe segnare una svolta nella sua carriera. Ma uscire dal giro dello spaccio non è facile e l’uomo cade di nuovo in un vortice che lo porta a mettere in pericolo sua figlia.

L’idea del film nasce da un incontro di Sanfelice, digiuno di jazz,  con un tassista che in sosta suonava la tromba e gli ha aperto un mondo. Ha dunque cercato una chiave per usare la musica, farla interagire coi personaggi, far arrivare il jazz nel mondo d’oggi, renderlo contemporaneo. Lo ha fatto attraverso  lo sguardo di un giovane uomo che ha ormai dimenticato i suoi sogni e vive a distanza le relazioni umane. Un uomo che con il suo taxi si trascina in una vita notturna ritmata dallo spaccio di droghe e dalla musica techno, un mondo sufficientemente confusionario da anestetizzarne la sua esistenza. “Solo in seguito scopriamo che Louis è figlio di un grande jazzista del passato che dopo averlo abbandonato da piccolino è morto di overdose – spiega il quarantasettenne regista romano -. Il confronto con questo padre mito lo perseguita e diventa così uno dei temi centrali della nostra storia e la musica diventa il veicolo per il percorso di crescita del protagonista”.

La figlia di Louis, una bambina alla ricerca di un contatto affettivo con un padre sfuggente, giocherà un ruolo fondamentale. Quando le azioni irresponsabili di lui la metteranno in pericolo, Louis si deciderà ad affrontare il rapporto irrisolto con il padre con cui dovrà fare pace e si potrà finalmente liberare da un fardello emotivo che gli permetterà di mettere a fuoco la sua identità e aprirsi alle persone che lo circondano. “Da uomo dai comportamenti rimproverabili all’inizio della storia – prosegue Sanfelice -, Louis guadagnerà umanità progressivamente fino a uscirne maturato come uomo e padre”.
La musica è al cuore della storia e ritma il percorso emotivo di Louis. La prima parte del film immersa nella notte sprigiona una musica techno e elettronica suonata nei locali che frequenta il protagonista. Una sonorità che lo stordisce e lo lascia nella sua confusione per poi riscoprire il jazz e un approccio più intimistico quando cerca di riavvicinarsi e confrontarsi con la figura paterna. La musica diventa così il linguaggio attraverso il quale Louis riesce a comunicare prima con la figura paterna e in seguito anche con la figlia. Il messaggio del film, sostiene il regista, è mantenere un filo col passato ma guardare avanti.