Lino Guanciale non crede ai fantasmi. Eppure nei panni del commissario Cagliostro sarà un ectoplasma credibile e molto “presente” per quattro settimane dal 22 febbraio su Rai2 nel thriller La Porta Rossa. Un noir ad alta tensione, girato a Trieste, che mescola il poliziesco classico al sovrannaturale, denso di mistero, amore, rabbia, rimpianti e considerazioni sul senso della vita e della morte. Una serie ideata dal giallista Carlo Lucarelli con Giampiero Rigosi, diretta da Carmine Elia, in onda in sei puntate il mercoledì e venerdì in prima serata per dirottare sulla seconda rete anche un pubblico più sofisticato.

Gabriella Pession, invece, crede che esista qualcosa nell’aldilà, e dovrà farci i conti di persona nei panni del magistrato  e moglie separata del poliziotto morto ammazzato e “risorto”. O meglio, rimasto “in sospeso” in una sorta di territorio di mezzo, per tentare di salvarle la vita, minacciata dagli stessi criminali che, durante un’azione, gli hanno sparato alle spalle uccidendolo. L’unica a collegarlo col mondo dei viventi è la giovane Vanessa (Valentina Romani) che grazie a insospettati poteri medianici può vederlo e sentirlo. Insieme formeranno un’insolita coppia d’investigatori per smascherare i nemici.

Pession ha scelto i toni tenui per sviscerare le parti intime dell’anima del suo personaggio, la sua emotività, far uscire la rabbia, il desiderio, la solitudine. “Fisicità, poco trucco erano elementi importanti per raccontare come si elabora un lutto, come si esce dalla sofferenza” spiega l’attrice .
“L’idea di un commissario morto che rinuncia ad andarsene dal mondo per indagare sul suo stesso omicidio fa emergere il tema della vita dopo la morte in tutta la sua potenza metaforica – spiegano gli autori -. E’ fantasma tutto ciò che sta nel passato e non riusciamo a dimenticare, gli errori commessi coi quali non abbiamo fatto pace, le persone che ci vivono accanto ma di cui abbiamo un’immagine superficiale. La morte non è raccontata come un momento di chiusura ma come un’occasione di riflessione e di trasformazione. La protagonista fa del lutto un’occasione di crescita”.