Comunicato Stampa inviato dall’ANEC Lazio alla nostra redazione e integralmente pubblicato.

I Cinema sono chiusi e Noi esercenti con i nostri lavoratori stiamo forzatamente a casa nella speranza sempre più remota di riportare gli spettatori nelle nostre sale a vedere un film.

Come tanti imprenditori italiani siamo solidali con il Paese, restiamo a casa per contenere il contagio, ma proprio da qui continuiamo a combattere la ns. sfida per la sopravvivenza che non è certo nata con il Covid-19.

Infatti, avremmo bisogno che l’ Amministrazione Capitolina, che ha la co-responsabilità di portarci fuori da questa tempesta, senta il dovere di ascoltare le nostre preoccupazioni e le nostre idee, come chiediamo da mesi, ed è per questo che in un momento così drammatico, diventa intollerabile l’atteggiamento ed il silenzio della Sindaca Virginia Raggi e del vicesindaco Luca Bergamo, che non solo non mostrano attenzione per il “settore culturale privato”, ma ritengono addirittura superfluo rispondere alle nostre continue richieste di ascolto. Eppure la Politica è ascolto, c0nfronto dialogo!

Non è solo mancanza di rispetto, ma soprattutto l’omissione grave di un dovere. Un silenzio assordante, un’ inaccetabile indifferenza che si protrae ormai da mesi. Non è un caso che sotto la guida della Sindaca Raggi a Roma hanno chiuso molte sale cinematografiche alcune anche storiche come il Maestoso, il Royal, il Reale, il Gregory, l’Alcazar, l’UCI Marconi, il Galaxy e il Fiamma, un chiaro segnale di quanto agli attuali “Governatori” di Roma interessi poco o nulla la salvaguardia del ns. straordinario patrimonio d’ imprese culturali, che come qualche giorno fa l’Assessore Bergamo ricordava su un quotidiano, rappresentano un solido e dinamico baluardo al progressivo degrado socio-economico della nostra Capitale. 

A cosa servono i proclami sulla richiesta di attenzione per il “settore culturale”, con enunciazione di dati su quanto PIL genera per la Città di Roma, se non accompagnati da scelte coerenti ed azioni concrete?

Ora è arrivato il momento di dire basta! Non stiamo parlando di crisi o di contrazione del mercato, stiamo parlando della sopravvivenza di circa 250 schermi che da Marzo a Maggio perderanno 2,5 milioni di spettatori e 15 Milioni di box office, ma soprattutto saranno gli ultimi a poter recuperare una graduale normalità, sacrificando nel frattempo migliaia di posti di lavoro.

La Sindaca ed ancor prima di Lei il Vicesindaco, nonchè Assessore alla “Crescita Culturale”, investito della tutela del ns. settore, devono aprire immediatamente un tavolo di confronto con la nostra categoria per sostenere la sopravvivenza delle sale cinematografiche, ascoltando le ns richieste e ciò di cui abbiamo bisogno. Conosciamo meglio di tutti i ns. problemi e non sappiamo che farcene di promesse improbabili e di future prebende, di aiuti inadeguati e perlopiù tardivi, abbiamo bisogno d’interventi semplici, rapidi ed efficaci, di programmare il nostro futuro prossimo e di abbattimenti fiscali, che non saremo in grado di onorare senza poter svolgere le nostre attività.

Nell’Assemblea Capitolina di ieri è stata bocciata una mozione presentata dal Capogruppo di Fratelli d’Italia sulla soppressione delle imposte locali, tra l’altro appoggiata anche da altri esponenti dell’opposizione, con cui la Maggioranza Capitolina Governa il Paese.

Tra oggi e domani il capogruppo del PD in Campidoglio presenterà una nuova mozione e speriamo che l’ottusità miope del NO, stavolta si faccia guidare dal buon senso e dagli interessi collettivi che provengono dal basso, dalle persone dagli imprenditori e dai lavoratori che soffrono e che si sentono sempre più soli, confusi ed abbandonati.

In attesa dell’auspicato confronto con la nostra Amministrazione, ci auguriamo un’ atto di umiltà sperando sappia ascoltare e comprendere di quali aiuti urgenti i Cinema ed i Teatri Privati romani abbiano veramente bisogno.

I Cinema come i Teatri sono e rimarranno chiusi per molto tempo, ma non sono “INUTILI” e presto se non s’interverrà in fretta, diventeranno le nuove cattedrali vuote del deserto culturale di questa nostra città Capitale.