A scuola era una “capra” ora è felice di essere diventato un professore di filosofia empatico e lontano dalle convenzioni. Insomma quello che tutti da studenti hanno sognato di avere. Così vedremo dall’11 novembre per sei serate su Rai 1, Alessandro Gassmann, diretto da Alessandro D’Alatri, al fianco di Claudia Pandolfi. Smessi i panni del tenebroso poliziotto sale in cattedra, per fiction, interpretando un solare insegnante fuori dal comune che preferisce far lezione agli studenti all’aria aperta, vuole conoscerli uno ad uno per capirne pregi e difetti, creare un buon rapporto con loro e avvicinarli in modo diverso allo studio.

L’attore romano cinquantaseienne non fatica certo a cambiare registro, anche se qui, quando s’infervora con gli alunni usando in modo un po’ stentoreo la voce,  riporta alla mente la recitazione enfatica del mitico padre Vittorio. La storia, anche se già sfruttata da cinema e tv, è ottimamente sceneggiata dall’equipe capitanata da Sandro Petraglia, con la suggestiva sigla di Francesco Gabbani, e assai ben recitata, anche dai giovani non ancora noti che interpretano gli studenti. Fa subito simpatia, e anche un po’ rabbia, questo affascinante “ragazzone” dall’aria apparentemente svagata che insegna in modo eccentrico il pensiero dei grandi filosofi e aiuta gli allievi a ragionare con la propria testa. Alcuni colleghi lo trovano irritante, ma grazie a lui Socrate, Nietzsche, Epicuro e gli altri grandi pensatori non sono capitoli di polverosi manuali di filosofia, ma compagni di viaggio che aiutano a risolvere i piccoli e i grandi problemi della vita.

E’ tornato a Roma dopo anni di assenza, per occuparsi di suo figlio Simone, quando la sua ex moglie si trasferisce per lavoro all’estero. Ma il rapporto tra i due non è facile, il ragazzo attraversa un momento delicato dei suoi sedici anni e tutto vorrebbe tranne che avere Dante in casa come padre e in classe come professore. In effetti padre e figlio sono agli antipodi. Dante è anticonformista e rivoluzionario; Simone è rigido e non ha mai infranto le regole; è cresciuto in fretta perché il padre se ne è andato quando era ancora un bambino. Inizialmente con lui Dante non ne combina una giusta. Non immagina Simone, che l’apparente leggerezza del padre nasconde un animo ferito, perché sul cuore di Dante gravano dei pesi di cui nessuno sa, qualcosa del suo passato che gli ha condizionato la vita.