Il sontuoso Teatro dell’Opera di Roma, vuoto di pubblico ma pervaso da una cascata di emozioni. E’ qui che prende vita l’opera concerto totale In questa storia, che è la mia, che Claudio Baglioni ha realizzato con i brani del suo omonimo album di inediti. Una performance magica che cattura i sensi attraverso suoni, canti, danze, luci. Il garbato cantautore romano, icona della canzone d’amore italiana, fa un salto di qualità con questa spettacolare e irripetibile opera pop-rock-sinfonico-contemporanea che ha creato con Giuliano Peparini (aiutato nelle coreografie da Veronica Peparini) e che il 2 giugno inaugurerà la neonata piattaforma ITsART,il nuovo sipario digitale per ogni forma d’arte, live e on-demand, con contenuti disponibili in Italia e all’estero.  

Uno spettacolo folgorante, ipnotico, che  riprende in un’ora e mezza, estendendola, l’idea wagneriana di opera d’arte totale, che trasforma in ambiente scenico  retropalco, palchi, golfo mistico, platea, foyer, camerini e corridoi del teatro. 188 artisti coinvolti, tra rock-band, vocalist, acrobati, musicisti, coristi, cantanti, ballerini, performer. L’apertura è affidata al monologo dell’attore Pierfrancesco Favino e alla suggestiva danza dell’étoile Eleonora Abbagnato, seguiti dai solisti Giovanni Baglioni, Giancarlo Ciminelli, Roberto Pagani, Danilo Rea e Alessandro Tomei con l’ orchestra diretta da Danilo Minotti, il coro e parte del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Un inedito Film-Opera, con riprese da diversi punti di vista, che attraverso un incalzante ed emozionante uso di campi e controcampi, unisce al lirismo fisico del teatro la magia metafisica del cinema.

“Ogni volta è una lotteria trovare qualcosa di nuovo che sia emozionante – confida il cantautore romano presentando l’opera sul mega schermo del cinema Adriano di Roma -. Un artista è un artigiano, io combatto la mia battaglia per catturare il pubblico con una canzone. Questo lavoro mi ha dato l’energia degli inizi, sta lasciando la sua traccia, trasformarlo in un musical sarebbe il coronamento di un mio sogno”. Vedendo il Teatro dell’Opera romano vuoto come tutti per la pandemia, ha pensato di mettere insieme, come nei grandi sogni dei musicisti dell’800, tante discipline comunicanti con il suo recente album.
Ha appena compiuto 70 anni, un numero che fa un po’ fatica a digerire ma che si porta magnificamente addosso, con classe. Con Favino sta studiando un programma televisivo che mescoli le loro rispettive arti e che, si suppone, parlerà d’amore. “E’ il protagonista in ogni fase della vita – sostiene convinto -. Il tempo a volte è più forte dell’amore, è un medico che sana le ferite,  io l’ho vissuto a tempo di musica”.