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La violenza della guerra, la tenerezza dell’amore

La durezza della guerra, i segni indelebili e le sofferenze che lascia nel corpo e nell’anima di chiunque le si avvicini sono al centro di Triage, il film che apre la quarta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, nelle sale dal 27 novembre. Scritto e diretto da Danis Tanovic,  tratto dall’omonimo romanzo dell’ex corrispondente estero Scott Anderson che ha seguito le guerre in Uganda, Cecenia e Bosnia, si avvale di un cast efficacissimo in cui spiccano un maturo e smagrito Colin Farrell, l’intramontabile  Christopher Lee, Paz Vega e Branko Djuric.  Girato tra la primavera e l’estate del 2008 tra la Spagna (sfondo efficace per il Kurdistan, l’Africa e il Medio Oriente) e l’Irlanda (riportata agli anni Ottanta), il film mette a fuoco qualcosa di molto più complesso di una semplice storia bellica, fa capire quanto sia difficile sopravvivere alla guerra. Tanovic non ci risparmia le immagini cruente di corpi straziati in primo piano, i gesti estremi e pietosi di un medico di trincea, per catapultarci poi nel dramma se possibile ancor più lacerante di chi sopravvive a quest’inferno, dei sensi di colpa di chi è tornato verso chi non ce l’ha fatta. « Non puoi parlare di guerra se non l’hai vista coi tuoi occhi – dice Tanovic a Roma per presentare il film con Christopher Lee, Paz Vega e Branko Djuric -, io sono un sopravvissuto, mi sento più coinvolto di altri ».

Dopo aver vinto l’Oscar con No man’s Land in cui raccontava con dolorosa ironia la guerra di casa sua trattando con feroce  sarcasmo l’invadenza dei media, non voleva più saperne di girare film bellici. « Nel 2002 a Cannes ho letto il libro, avrei voluto scriverlo io, contiene molto più del film, volevo parlare dell’esperienza post bellica – spiega il regista bosniaco – , di tutto il peso che ti resta dentro, così ho accettato.  Ho enorme rispetto per i reporter di guerra, è un’esperienza che ti tocca profondamente, per tutta la vita.  Loro non cercano di essere degli eroi ma si preoccupano per gli altri pur essendo al contempo dei cinici ». Triage parla anche di amore: « Una questione fondamentale in questo film – confessa –  è ciò che mi ha fatto tornare me stesso dopo che sono uscito dalla guerra in Bosnia e mi sono sentito uno zombie per anni ». Lo stesso che succede a Mark (Farrell), fotografo inviato con l’amico fraterno e collega David (Jamie Sives) a riprendere le azioni di guerra in Kurdistan. Dopo giorni di quell’inferno David vuol tornare a casa dalla moglie Diane (Kelly Reilly) che sta per partorire  mentre Mark, ancora a caccia di scoop, resta, viene ferito, torna a Dublino esausto, disorientato, incapace di camminare e preoccupato dell’assenza di notizie di David non ancora arrivato a casa. Precipita sempre di più in una crisi profonda finchè il nonno di sua moglie (Christopher Lee), psichiatra, lo riporterà a contatto con una durissima realtà. 

Tanovic ha azzeccato pienamente il cast: « Quando ho visto Colin Farrell così calmo e selvaggio ho capito che sarebbe stato perfetto per interpretare Mark – racconta il regista -, è stata un’esperienza magnifica lavorare con lui mi ha posto un sacco di domande che mi sono piaciute. Paz Vega aveva l’energia e la presenza necessarie per il ruolo di Elena, è un personaggio forte ma io avevo bisogno anche di tenerezza. Kelly  aveva una sorta di tristezza nello sguardo che ha ben funzionato con Colin e Paz. Branko Djuric, il medico di trincea, aveva un volto magnifico e ha imparato a parlare inglese per questo ruolo. Christopher Lee ha veramente una presenza notevole ». Lee ha vissuto sulla sua pelle l’ultima guerra mondiale: « Per cinque anni non sono tornato a casa – ricorda l’attore -, due li ho passati in italia, combattendo da sud a nord, e dopo la fine del conflitto mi sono occupato di crimini di guerra, ancora più terribili se possibile. Cerco di dimenticare ciò che ho visto ma non è possibile. Le guerre sostanzialmente sono sempre le stesse, e sempre questioni di politica. Questo è uno dei film di questo genere tra i più belli che ho visto perché non parla solo di battaglie, ma anche di reazioni umane ». Su quanto i media possano oggi influenzare le guerre Tanovic dice: « Noi bosniaci siamo l’esempio di come i media possano salvare le persone, ci hanno resi famosi, ma devono andare a fondo. Oggi hai molta più informazione di una volta, ma io preferisco quella all’antica che approfondiva di più ». Non crede alla neutralità delle nazioni: «Quando stai a guardare cosa accade nel mondo senza fare niente per le vittime non sei mai neutrale – puntualizza Tanovic -, devi prendere posizione, come  per il Darfour,  qualcuno dovrebbe intervenire».

Triage
Regia: Danis Tanovic
Cast: Colin Farrell, Branco Djuric, Christopher Lee
Produzione: Irlanda, Spagna, Belgio, Francia 2009
Distribuzione: 01 Distribution