La Roma che riesce a far convivere amore e cinismo, ironia e poesia dipinta da Luigi Magni nel capolavoro La commedia di Gaetanaccio torna dopo quarant’anni in palcoscenico, mai attuale come in questi travagliati giorni nostri. Sogno e realtà sono le parole chiave di questo nuovo allestimento, adatto anche ai giovanissimi, in scena al Teatro Eliseo di Roma dal 19 febbraio al 10 marzo.
A ridare corpo a questa favola musicale antica e moderna, allora diretta e interpretata da Gigi Proietti (che ne compose anche le musiche con Magni e Pintucci), Giorgio Tirabassi e Carlotta Proietti, diretti da Giancarlo Fares, accompagnati da un cast di giovani attori e da cinquanta burattini che indossano i fantasiosi costumi di Santuzza Calì, e da un’orchestra di cinque elementi.

La commedia è ispirata all’irriverente burattinaio Gaetano Santangelo, vissuto nella Roma papalina che soggiogava il popolo tra indigenza e paura, innamorato di Nina con cui divideva arte e compromessi. Nei dodici brani che compongono l’opera sono narrate le vicende del protagonista e della comunità di teatranti ridotti alla fame a causa di un editto papale che impediva loro di esibirsi. Un testo in cui spiccano le contraddizioni di una vita sospesa tra sentimenti e bisogni primari, tra cinismo e romanticismo, tra vita e morte, tra plebe e potenti. Con un finale avvolto dalla magia dell’amore, tra la sconfitta della morte e la gioia per la vita.

“E’un testo politico molto attuale, che parla di fame, di ingiustizia, degli attori che non possono recitare, di amore” sottolinea Tirabassi, che spera non si facciano confronti tra lui e il Proietti protagonista di allora che, ben conoscendo le sue doti artistiche, lo ha incoraggiato a riceverne il testimone.
“Non ho scelto Carlotta per il cognome ma perché è un’attrice bravissima” ci tiene a precisare Fares, che ha apportato solo qualche piccolo taglio al testo perfetto e attualissimo di Magni.
La protagonista racconta di vivere una sorta di Tzunami di emozioni sin dal primo giorno di prove. “Sono cresciuta tra queste musiche e questi aneddoti – racconta Carlotta Proietti -, la presenza di mio padre c’è sempre ma è marginale, era sorpreso e contento che facessi questo ruolo. Riscoprire un testo così importante e farne parte è un privilegio, è comunque un’edizione completamente nuova, più attuale, una specie di favola alla Disney, adatta anche ai bambini”.