Il judo come metodo di comportamento, come regola per un vivere equilibrato e retto, come occasione di scontro ma anche di confronto, quindi come opportunità per la nascita di una stretta amicizia tra uomini. A grandi linee sono queste le tematiche affrontate dal maestro del cinema d’azione di Hong Kong, Johnnie To, nella sua quarantesima opera, il cui titolo letterale significa “Il combattimento modello di judo tra la tigre e il drago”. Un film anomalo, apparentemente contorto, a cavallo tra la commedia, il grottesco e il racconto drammatico, in cui le pur numerose scene di combattimento non si presentano come colonne costitutive del procedere narrativo, ma come esclusive parentesi allegoriche che approfondiscono e rendono pregno di significati il rapporto fisico e mentale che unisce i due protagonisti maschili. L’amicizia sfortunata e squilibrata che si instaura appunto tra i due uomini e una ragazza serve al regista come elemento necessario per fornire un ritratto veritiero ed esauriente della gioventù di Hong Kong, in perenne ricerca di obiettivi da raggiungere, regole comportamentali e valori da seguire, un qualsivoglia scopo di esistenza. Ed è grazie a una regia energica e scattante, a un montaggio che alterna ralenti a veloci movimenti di macchina e ad un uso particolare della colonna sonora che To si immerge totalmente nell’animata atmosfera del mondo della delinquenza giovanile di Hong Kong. Nonostante il contesto narrativo del film sia profondamente amaro, il regista alleggerisce continuamente i toni inserendo numerosi episodi umoristici o onirici, come la splendida sequenza in cui i tre giovani attori protagonisti, uno sull’altro, tentano disperatamente di liberare un palloncino rosso incastrato tra i rami di un albero.

di Simone Carletti