Hanno iniziato seduti su una panchina sotto il fortunato tendone di Zelig. Ora, dopo dieci anni di lavoro, tentano nuovamente il passaggio dalla televisione al grande schermo offrendo un film strutturalmente più curato e comicamente più efficace rispetto al La terza stella ( 2005). Ale e Franz, al secolo Alessandro Besentini e Francesco Villa, sono i protagonisti di Mi fido di te, distribuito da Medusa nelle sale dal 9 febbraio con 120 copie. E’ la storia di due uomini diversi, che per puro caso vedono le loro strade incontrarsi. Alessandro è un piccolo truffatore che sogna una vita regolare, Francesco invece, con moglie figli ed una villetta con prato e mutuo, non riesce a confessare alla sua famiglia di essere stato licenziato. In questo mondo moderno e sconcertante in cui è possibile perdere un lavoro a quarant’ anni ed essere totalmente impreparato all’evento, i due daranno vita ad una serie di truffe rocambolesche. Dopo aver in parte firmato anche la sceneggiatura, il duo di Milano ha scelto di affidare la storia alla regia di Massimo Venier oramai abituato alle “difficoltà” di lavorare con dei comici, vista la sua decennale esperienza accanto al trio AldoGiovanni e Giacomo. ” Non è stato poi così difficile.- dichiara – Ogni giorno ho dovuto solo aspettare le 10.15 per iniziare a lavorare. Averli prima era impossibile.” Eppure nonostante la fastidiosa propensione dei comici “a voler avere sempre ragione”, come lo stesso Franz ammette, sembra che il set di Mi fido di te si sia rivelato una esperienza gratificante per l’intero cast. Dalla travolgente Lucia Ocone, in questo caso priva di parrucche e trucchi, a Maddalena Maggi e Roberto Citran il lait motive è uno solo: armonia e zanzare. Infatti sembra che il piacere di lavorare insieme sia stato disturbato solamente dal caldo afoso di Milano e da un esercito di zanzare inferocite.

Sarà per la capacità personale e professionale di Venier di “accordare” strumenti attoriali così diversi tra loro, o per l’efficacia di un progetto che ha coinvolto tutti verso una meta comune, sta di fatto che Mi fido di te sfugge alle insidie del genere offrendo una comicità misurata capace di non cedere alla tentazione della macchietta. Con sincero stupore si riesce a ridere. Una sorpresa inaspettata ed insperata, visto anche gli ultimi prodotti poco convincenti della così detta commedia all’italiana. Ancor più sorprende il fatto che a richiamare il sorriso siano gag e situazioni volte soprattutto a mettere in evidenza la drammatica realtà sociale dei nostri tempi. ” In fin dei conti c’è così poco da ridere che ci viene da ridere. – spiega Franz – Per raccontare questa storia siamo partiti dalla realtà e da quel sentore di tristezza che caratterizza questi tempi. Quasi inevitabilmente le risate partono proprio nel momento in cui non ci sarebbe niente da ridere. E’ anche un modo per esorcizzare una situazione.” Ma causa di tanta ilarità sono soprattutto le truffe organizzate dai due soci. Tratte tutte da fatti di cronaca realmente accaduti, Ale e Franz hanno scelto quelle sicuramente più cinematografiche ( la truffa della banconota è stata ispirata dal film Nove Regine di Fabiàn Bielinsky) e di maggior effetto come l’acquisto di un giardino in un residence di lusso da parte di una tribù di nomadi. Ma qual è il reale fascino dell’inganno? ” La truffa è un po’ come la battuta. – precisa Ale – Hanno il medesimo meccanismo e la stessa tempistica. Ti conducono da una parte per poi portarti da tutt’altra.” Aspettando di vederli nuovamente in televisione (sembra che nell’aria ci sia un progetto per Mediaset in primavera di cui non hanno voluto svelare nulla), i due continuano ad essere una delle coppie comiche più interessanti ed affiatate di questi ultimi anni. Ed alla domanda se effettivamente si fidano l’uno dell’altro Franz risponde : ” Ve lo dico venerdì sera dopo aver visto gli incassi”.

di Tiziana Morganti