Quando si pensa al cinema indiano vengono subito alla mente colori sgargianti, danze esotiche e donne bellissime incastonate in storie d’amore struggenti. La regista indiana Gurinder Chadha, pur lavorando più in Europa che nel suo paese d’origine, ha sempre tenuto in grande considerazione questi elementi, che ha sparpagliato con fantasia in ogni sua opera cinematografica (come nel divertente Sognando Beckham). Adesso il suo scopo è quello di creare un film tipicamente indiano, innestato a fondo però nella cultura britannica. Per questo motivo si è rifatta a uno dei testi più famosi della letteratura inglese, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, con l’intenzione di trasformarlo in un racconto non troppo dissimile da quelli numerosi sfornati ogni anno dal cinema bollywoodiano. Il risultato è un film abbastanza fedele all’opera letteraria da cui prende spunto, in più arricchito dello sfarzo visivo e del ritmo vivace della tradizione cinematografica indiana. Girato tra Amritsar, Goa e Bombay in India, Londra e Los Angeles (in particolare i quartieri di Beverly Hills e Downtown), Matrimoni e pregiudizi sorprende lo spettatore per la sua carica di simpatia e per la particolare attenzione prestata alla cura dei costumi e delle scenografie.

A metà tra la commedia brillante e il musical, il film racconta di una famiglia indiana composta da padre, madre e quattro figlie, tutte alle prese con il matrimonio. A impersonare i personaggi la regista Chadha ha chiamato alcuni tra i volti più noti del panorama indiano (dall’ex Miss Mondo Aishwarya Rai ad Anupam Kher), a cui ha affiancato Martin Henderson nel ruolo di William Darcy, attore neozelandese lanciato dal fortunato remake americano di The Ring. Il cast multietnico offre l’occasione per un’approfondita analisi dei difficili rapporti tra appartenenti a razze e culture diverse. I risvolti comici legati a queste differenze non banalizzano la descrizione dell’opposizione razziale, anzi la rendono più acuta e frizzante. Così come i numeri musicali, di grande impatto visivo per coreografie e colori dei costumi, servono a rendere più ariosa la narrazione dei complicati rapporti tra i personaggi. Matrimoni e pregiudizi costituisce un ottimo esempio di come poter coniugare armoniosamente due modi completamente diversi di fare cinema, come appunto quello inglese e quello indiano.

di Simone Carletti