La primavera sembra far rifiorire il collassato cinema italiano, grazie a giovani autori che finalmente sanno scrivere storie originali, accantonando il solito cartello di attori acchiappapubblico che monopolizzano la piatta commedia nostrana per privilegiare nuove leve e volti meno noti ma decisamente bravi. Tra questi più che promettenti giovani autori c’è Giulia Louise Steigerwalt, attrice, sceneggiatrice e ora anche regista del suo Settembre, dal 5 maggio in 250 sale con 01 Distribution. Perfetto il cast, con Barbara Ronchi, Andrea Sartoretti, Thony, Tesa Litvan, Margherita Rebeggiani, Luca Nozzoli e l’impareggiabile Fabrizio Bentivoglio.
Grazie a due produttori attenti al nuovo come Matteo Rovere di Groenlandia e Rai Cinema la quarantenne regista italo-americana ha messo a punto un ottimo racconto corale che esplora a fondo con humor e delicatezza le relazioni umane, fa emergere la nostra natura più profonda, mette a fuoco la ricerca di un contatto più autentico tra le persone, facendo riflettere e divertire.  

Nel film si sviluppano tre storie apparentemente molto distanti tra loro, che si toccano appena, influenzandosi inconsapevolmente a vicenda: la scoperta del sesso di due adolescenti, il rapporto tra un uomo maturo disilluso e una giovane prostituta, l’amicizia fra due donne che scoprono di provare qualcosa di diverso l’una per l’altra. A unire le vite di tutti i personaggi, la ricerca di un rapporto più autentico e vero. Tutti i protagonisti sono come incastrati in una vita in cui si sono dimenticati cosa voglia dire essere felici. Accade però qualcosa che per un attimo li fa come risvegliare, ed entrare in un contatto più vero e profondo con se stessi, mettendoli di fronte a una scelta: proseguire in quel torpore, o dare una svolta alla propria esistenza?

Un cinema di sentimento, che racconta la vita senza annoiare, coniugando profondità e leggerezza, umorismo e riflessione, strappando risate anche nei momenti più drammatici. “Volevo raccontare la solitudine esistenziale delle persone che può diventare una barriera enorme – spiega la regista, presentando il film a Roma con il cast -. Il mix tra dramma e commedia è il mio preferito, se è equilibrato fa arrivare meglio le emozioni”.
Gli uomini qui sono perdenti di fronte alle donne. “Giulia ci racconta senza crudeltà ma con equilibrio e comprensione, siamo impreparati all’invecchiamento” spiega Bentivoglio. “Ha solo replicato il nostro rapporto con le madri, la colpa è tutta loro se siamo così” taglia corto Sartoretti.