Da una sceneggiatura funzionale e senza fronzoli prende le mosse Dentro la città, tentativo sicuramente riuscito di riportare sul grande schermo le fattezze del genere poliziesco. I primi riferimenti a cui un prodotto simile potrebbe far pensare sono, inevitabilmente, il periodo d’oro dei “poliziotteschi” anni ’70 e, guardando meno addietro, le innumerevoli fiction televisive che oggigiorno trattano l’argomento. La volontà del regista/sceneggiatore, invece, era proprio quella di discostarsi da entrambe le sopraccitate dimensioni: un film né autarchico o reazionario né, tanto meno, condito da facili moralismi. Quello che ne viene fuori, allora, è un film collettivo atto ad esplicitare la condizione di un gruppo eterogeneo di persone che si rapporta ad un mestiere, quello del poliziotto appunto, con modalità e stati d’animo differenti: il giovane e idealista vice commissario Corsi (Edoardo Leo) si scontrerà progressivamente con l’inettitudine del commissario Chessari – ormai abituato ai compromessi e interessato solo all’avanzamento di carriera – e con i brutali metodi dell’agente scelto Lattanzi (Luca Ward), sempre pronto all’azione ma anche incline ad abusi di potere sui malcapitati indiziati.

Senza soffermarsi troppo nel descrivere la vita privata dei personaggi – dei quali veniamo a sapere di tanto in tanto minimi dettagli personali – la narrazione si snoda facendo perno su questa costante tensione che, giorno dopo giorno, si radicherà nelle maglie della squadra – formata inoltre dal tranquillo ispettore De Paolis (Rolando Ravello), dal “casinaro” Ben (l’artista di strada Andrea Rivera), dal poco avvezzo all’azione Stiffi (Simone Colombari) e dalla coraggiosa, nonché unica donna, Francesca (Elisabetta Cavallotti) – per accompagnarla nelle azioni da intraprendere. I pedinamenti, le indagini s’incastrano a seconda delle soffiate di qualche informatore e, proprio grazie a questo concatenarsi di operazioni, il tutto riesce ad avvincere senza mai stancare, evidente frutto di una buona commistione tra una sceneggiatura maneggevole e una naturalezza recitativa che lascia trasparire la lunga preparazione degli attori, che in tre anni hanno potuto frequentare i commissariati e avvicinare poliziotti veri, accompagnandoli anche quando erano di pattuglia. Un buon film d’esordio dunque, positivamente grezzo e poco impostato sulla ricerca di facili artifizi, Dentro la città uscirà, distribuito dalla Pablo di Arcopinto, dapprima in 3 o 4 copie per poi cercare di raggiungere tutte le città italiane con proiezioni successive.

di Valerio Sammarco