E dire che Muccino ha incentrato l’intera vicenda del suo più grande successo (L’ultimo bacio) proprio intorno alla sensazione di angoscia e claustrofobica paura che i tanto fatidici trent’anni causano in ognuno di noi. A spaventare, evidentemente, non è tanto il passaggio da una decina ad un altra quanto l’assommarsi di responsabilità, il cambiamento inevitabile ed il sofferente distacco da un atteggiamento adolescenziale per abbracciare la serietà e la noia dell’età adulta. Una visione realmente drammatica dalla quale appare inevitabile fuggire ma che, ci dispiace per la versione negativa e pessimistica del regista italiano, è stata totalmente capovolta grazie alla lettura leggera ed umoristica data dalla più classica commedia britannica. Dunque mai più terrore, mai più il desiderio di fuggire a gambe levate da inevitabili bollette e futuri probabili figli da crescere perché, è notizia dell’ultima ora, i trent’anni non sono poi così letali. A dare forza al concetto stesso, oltre all’evidenza della quotidianità, arriva proprio Cose da fare prima dei 30 diretto da Simon Shore che, pur non avendo certo l’ambizione di essere un capolavoro della cinematografia internazionale, ha quanto meno il pregio di sollevare gli animi, mostrando come anche i cambiamenti più drastici e repentini possano essere affrontati con vitalità senza uccidere la parte più infantile ed onesta che alberga in ognuno di noi.

L’intreccio è dei più semplici e diretti. Un gruppo di amici, oramai alla soglia dei trenta con la vita che muta velocemente intorno a loro, decide di stilare una lista di tutte le cose che avrebbe desiderato realizzare prima di varcare la fatidica soglia della maturità. Certo molti sono i timori e le indecisioni che li accompagnano, ma mai vengono mostrati affranti o preoccupati. Cass ad esempio non e sicuro di desiderare dei figli da Kate, Adam non ha il coraggio di dire al resto della compagnia di essere gay, Dylan ha una tormentata e difficile relazione con la donna che suo padre sta per sposare mentre Billy sta tentando di salvare il suo matrimonio. Se poi a questa girandola di situazioni si aggiunge l’ambientazione dello spogliatoio di una squadra di calcio composta in parte dagli stessi protagonisti, il risultato è presto raggiunto. In fin dei conti si tratta di un simpatico e coinvolgente viaggio affrontato da persone che con confusione ma senza bisogno di un analista, cercano di vivere la loro complicata vita di adulti all’interno di una città cosmopolita come Londra. Un film capace di dimostrare come la vita riesca comunque ad essere un’avventura interessante ed eccitante purché possa trarre forza e coraggio da una incondizionata amicizia.

di Tiziana Morganti